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Ex Ilva, Salvatore: occupazione, ambiente e salute devono andare di pari passo

Genova, manifestazione operai Ilva (foto di repertorio)

“Arcelor-Mittal non sta rispettando gli accordi e sta letteralmente tenendo sotto scacco un’intera nazione. La responsabilità di quanto sta accadendo al nostro Paese è da ascrivere a chi aveva preso accordi con l’attuale cordata ArcelorMittal, a partire da Monti fino a Gentiloni, costringendo l’Italia ad avere solo Arcelor-Mittal come interlocutore, pur essendoci stata la concreta possibilità di dialogare con altro soggetto, Jindal-Arvedi, che nei suoi impegni inseriva anche la certa decarbonizzazione e dunque il rispetto dell’ambiente e della salute di lavoratori e cittadini; garantendo diritti per tutti oltre che il funzionamento dello stabilimento”.

Lo ha dichiarato la capogruppo regionale Alice Salvatore (M5S) a margine del consiglio straordinario di ieri, richiesto dalla Lega, interamente dedicato alla questione dell’ex Ilva.

“A oggi – ha aggiunto Salvatore – i soli soggetti che hanno veramente rispettato gli impegni sottoscritti sono i lavoratori, che con l’accordo di programma hanno perfino messo in discussione la loro stessa stabilità economica, compiendo enormi sacrifici.

È vergognoso che Arcelor-Mittal parli di 5.000 esuberi, nonostante gli accordi presi con lo Stato italiano: ebbene, quegli impegni devono essere rispettati.

La responsabilità di quanto sta accadendo ora va ricercata nei Governi Monti, Renzi e Gentiloni, e nei vari decreti salva Ilva de passato, che hanno dato vita ad accordi con ArcelorMittal che poi il Governo Conte si è trovato costretto a onorare.

Non possiamo permettere che quel colosso ci stritoli, sabotando l’industria italiana. ArcelorMittal vuole infatti dismettere l’ex Ilva perché era un competitor industriale scomodo. Tutto questo è inaccettabile.

Così come è inaccettabile che si utilizzi la scusa dello scudo penale, perché Mittal in un anno e mezzo non ha portato nulla di innovativo, nemmeno a livello di investimenti.

Il nulla di fatto di Mittal s’è visto anche a Genova, dove non sono stati garantiti né i livelli occupazionali né la bonifica dei territori, nonostante l’Accordo di programma del 2005, che il colosso ha disatteso con l’evidente complicità della destra, che in tempi ancora non sospetti parlava già di riperimetrazione delle aree da bonificare, i cui costi ricadrebbero sulle spalle degli enti pubblici e quindi dei cittadini.

Per quanto la questione ex Ilva sia un tema nazionale, ha importanti ricadute a livello regionale e locale: è dunque necessario tutelare l’occupazione esistente, rispettando l’accordo di programma, e creare nuova occupazione con le opere di bonifica e di messa in sicurezza del nostro territorio.

Il nostro Governo sta lavorando per risolvere la situazione: sicuramente a breve vedremo i risultati delle trattative in corso. Vero è che ArcelorMittal ha tradito gli accordi e giustamente è intervenuta l’Autorità giudiziaria.

L’asset dell’acciaio è indispensabile per l’economia del Paese, così come è indispensabile che ci sia un legame indissolubile tra salute dei lavoratori e dei cittadini e occupazione. Le due cose non possono essere contrastanti, possono coesistere e sono, anzi, l’una indispensabile per l’altra”.