Come sarò da vecchio? L’agognata risposta ha contagiato oltre 80 milioni di utenti nel mondo. Per trovare la risposta si deve usare FaceApp. L’App per far invecchiare il proprio volto è il nuovo “gioco” che imperversa nelle bacheche dei social come Facebook e Instagram.
Questa applicazione elaborata nel 2017 è ottenuta modificando e adattando, software facenti parte dell’Intelligenza Artificiale, creando così, un’ applicazione che trasforma digitalmente il viso ottenendo un ringiovanimento o invecchiamento abbastanza realistico.
Come si può realizzare questo “gioco” dalle sorprese a volte poco gradevoli? Come si incomincia?
Scaricare l’app e installarla su pc o sullo smartphone, poi utilizzare una foto, riuscita bene, della propria galleria di immagini e in pochi click è possibile modificare il volto, l’acconciatura, invecchiare o ringiovanire i tratti somatici, ma anche riuscendo a trasformarci in uomini o in donne. (Potrebbe essere un’idea per chi ha già qualche dubbio).
Questo gioco ha contagiato volti noti del cinema che si sono state prestate, tanto che è diventato virale l’hashtag #FaceAppChallenge. «Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia che sfrutta le reti neurali – spiega TechCrunch, fondatore e Ceo dell’app russa, Yaroslav Goncharov – per modificare in maniera realistica il volto nelle foto».
Accantonando l’aspetto giocoso, ma facendo alcune riflessioni ci troviamo tra i numerosi rischi sulla violazione della privacy; far circolare troppe immagini personali sulle piattaforme social è un fattore delicato e pericoloso. Nella pagina dell’app dedicata alle istruzioni, si legge che il sistema operativo “potrebbe condividere i contenuti e le informazioni degli utenti con le aziende che fanno parte del gruppo di società di FaceApp”.
Questo è il primo allarme sulla protezione dei dati degli utenti: la foto del viso, comprese varie notizie legate ad essa sono cedute totalmente e per sempre alla mercé dell’app russa: «La foto del nostro volto diventa, nella sostanza, di FaceApp ̶ fa notare Guido Scorza, candidato al Parlamento, come Garante per la protezione dei dati personali – la app russa ne può fare quello che vuole perché la licenza – salvo non volersi avventurare in interminabili battaglie giudiziarie sulla validità delle relative clausole, conclude Scorza – è perpetua, irrevocabile, mondiale, cedibile e, naturalmente gratuita».
Concludendo possiamo dire: si regalano i volti per sempre alla società russa o oltre oceano verso l’ovest, che li utilizzeranno come cavia per addestrare le reti neurali e i sistemi di intelligenza artificiale su cui stanno lavorando. Tutto questo gioco e utilizzo di volti noti e meno noti per avere solo un pugno di like sui social? Ci chiediamo, giustamente, molto perplessi?! ABov
Applicazione FaceApp Pro: la versione gratuita è una truffa