“Bene l’audizione di Frances Haugen al Parlamento Europeo, con numerosi spunti interessanti su tematiche di attualità che riguardano la vita di tutti noi. Abbiamo sottolineato le problematiche relative al funzionamento degli algoritmi, per consentire agli utenti di visualizzare opinioni differenti rispetto alla propria e per garantire libertà di espressione e un ambiente sicuro anche per i minori.
Inoltre, abbiamo evidenziato alcuni fatti che necessitano un intervento da parte dell’Unione Europea, a cominciare dal dato che le piattaforme big tech abbiano la propria sede europea in Irlanda per motivi fiscali, cosa che ha creato problemi enormi.
Nell’ultimo anno le autorità irlandesi sono riuscite a portare a termine solo 7 dei 10mila ricorsi presentati dagli utenti di ciascun Paese UE, rendendo impossibile per i cittadini vedere applicato il regolamento sulla protezione dei dati.
Questo costringe le autorità nazionali a intervenire con stratagemmi come già l’autorità italiana sulla protezione dati personali quando dovette intervenire sul consenso degli under 14 per TikTok.
Che senso ha avere regole se Bruxelles per prima non riesce a farle rispettare all’interno dell’Unione Europea?
Abbiamo poi chiesto come intervenire con regole più severe nei confronti dei colossi social evitando reazioni quali da un lato overblocking, creazione di filter bubbles o l’eliminazione della politica dal dibattito, dall’altro il rischio che norme severe e quindi costose non diventino un blocco all’ingresso nel mercato di nuovi attori e startup.
Sono domande che devono trovare una risposta, all’interno delle istituzioni europee, per tutelare i cittadini europei e tutti gli utenti”.
Lo ha dichiarato l’eurodeputato genovese Marco Campomenosi, capodelegazione della Lega, intervenuto durante l’audizione di Frances Haugen al Parlamento Europeo ieri sera a Bruxelles.
Frances Haugen è un’informatica statunitense, che ha rivelato decine di migliaia di documenti interni di Facebook alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti e al Wall Street Journal nel 2021.