Giovani, attraenti e spietate. Così determinate da avanzare false accuse di violenza sessuale nei confronti di due conoscenti e farli finire in galera ingiustamente.
Stavolta, però, gli uomini sono stati liberati e le donne sono state iscritte nel registro degli indagati. L’ipotesi di accusa della procura di Savona è di calunnia e simulazione di reato, ma è probabile che vengano querelate dai malcapitati anche per diffamazione.
La prima è una 19enne, residente ad Alassio, che aveva denunciato un suo conoscente, residente nell’albenganese, finito in carcere e poi liberato grazie al provvidenziale intervento del suo legale.
L’avvocato era riuscito a dimostrare la palese insussistenza dei fatti, anche perché al momento dello stupro inventato il suo assistito si trovava altrove: “Occorre cautela nei confronti degli accusati e, in casi di false accuse come questo, occorre un segnale forte da parte dell’Autorità giudiziaria”.
L’altra è una 18enne ucraina, domiciliata nel savonese, che ha denunciato le (insussistenti) violenze subìte dal cognato, sostenendo la tesi dello stupro in due differenti interrogatori, di cui uno addirittura davanti al gip.
Dalle indagini è emersa un’altra storia. Sarebbe stata proprio la sorella maggiore a spingere il compagno ad avere un rapporto a tre con la sorella 18enne. Anche in questo caso, sono state immediatamente revocate le misure di custodia cautelare per il cognato e le due donne sono state iscritte nel registro degli indagati.
Non si sa ancora se le giovani abbiano avanzato le false accuse di violenza sessuale per ripicca o denaro o altro.