“Di nuovo, rispetto agli atti che sono stati depositati, non c’è nulla”.
Quello sulla presunta frode delle mascherine per 1.2 milioni di euro e la presunta falsa comunicazione dei dati relativi alla popolazione ligure durante la pandemia da coronavirus “era un filone esistente 3 o 4 anni fa che aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati per falso, ma che oggi non ha avuto più nessun seguito”.
Lo ha dichiarato oggi Stefano Savi, il legale difensore del governatore ligure Giovanni Toti, da martedì scorso agli arresti domiciliari per corruzione elettorale nell’ambito della maxi inchiesta della Dda e della Procura di Genova.
“Nessun atto di indagine ulteriore – ha precisato Savi – ci è stato comunicato. Noi naturalmente siamo tranquilli perché i dati sul Covid erano tutti corretti”.