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Fanculo Salvini, Becchi: grave che giudice metta like contro ministro dell’Interno

Pro migranti e militante, giudice Iolanda Apostolico nel 2018 protesta contro la Polizia a fianco di estremisti di sinistra

Chiariamo subito una cosa che nessuno dice. Il giudice Iolanda Apostolico di Catania si è semplicemente limitato a non convalidare il trattenimento di alcuni migranti tunisini presso il Centro di permanenza per i rimpatri di Pozzallo. Non mi interessa entrare nel merito della decisione giuridica, il giudice avrà fatto le sue valutazioni. Si tratta solo di una decisione limitata.

Il punto grave è un altro. Ed è di natura politica.

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È inaccettabile che il giudice Iolanda Apostolico sia andato nel 2018 a una manifestazione pro-migranti (irregolari) e contro il ministro dell’Interno allora in carica, dove si aggrediscono le Forze dell’ordine chiamandole “animali” e “assassini”.

E, fatto a mio avviso ancora più grave, che abbia messo il “like” a un “post” del marito, il quale aveva scritto “fanculo Salvini” sui social network.

Come può dare l’immagine di neutralità un giudice che si comporta in questo modo?

E allora come può essere stato imparziale il giudice nella decisione che ha preso sui migranti e che oggi fa discutere, scatenando le polemiche sui magistrati italiani?

Questo è l’interrogativo che dobbiamo porci. Invece, l’attenzione della sinistra è ora rivolta al fatto che l’attuale vicepremier e allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per avere quella foto chissà quali dossier avrà raccolto sul giudice.

Complottismo eh? Ma dai, basta andare sui social network e trovi tutte le foto che vuoi.

Intanto, però, così si è tentato di dirottare l’attenzione su un falso problema. Quello vero, evidentemente, è un altro. E riguarda tutti gli italiani.

Ricordo che il vice questore Nunzia Schilirò fu sospeso per avere partecipato a una manifestazione contro il “Green pass” durante la cosiddetta emergenza coronavirus. Anche in quel caso si trattava di difesa della libertà. Non però della libertà di sbarcare illegalmente o, come altri dicono, in modo irregolare. Prof. Paolo Becchi