“A distanza di quattro giorni, la giunta Bucci riesce a onorare sia i martiri della Resistenza che i repubblichini di Salò. E lo fa perché sostiene che i morti sono tutti uguali, tutti caduti in nome dei propri ideali e quindi meritevoli di pari riconoscimento da parte delle istituzioni”.
Lo hanno dichiarato oggi i consiglieri comunali del Pd di Genova. Altro che “pietà per tutti i morti, inclusi i civili uccisi dopo il 25 aprile” e riconciliazione nazionale” come ha chiesto il centrodestra e come è stato sostanzialmente rifiutato anche da Anpi Genova (v. articolo precedente).
“Il 25 aprile, in piazza Matteotti – hanno aggiunto i consiglieri Pd – a rappresentare la città di Genova alle commemorazioni ufficiali della Festa della Liberazione c’era il sindaco di Genova. E ieri, domenica 29 aprile, il Comune di Genova si è trovato nuovamente rappresentato dal consigliere Sergio Antonino Gambino (FdI), con tanto di fascia tricolore, presente insieme ad Angelo Vaccarezza (capogruppo regionale di Forza Italia) alla cerimonia in omaggio ai caduti della Repubblica di Salò organizzata a Staglieno dall’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della RSI.
Marco Bucci, mercoledì 25 aprile, era in corteo e sul palco in piazza Matteotti non per onorare dei morti in quanto morti, ma per ricordare il sacrificio di chi ha donato la propria vita per restituire democrazia e libertà al Paese e alla nostra città. Città che, non ci stancheremo mai di ricordare, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Valor Militare proprio per la lotta della Resistenza.
Medaglia che il sindaco Bucci trova alle sue spalle, sul gonfalone della città, ogni volta che entra in Sala Rossa e che mercoledì scorso era dietro lui proprio sul palco allestito a Matteotti.
Accanto al sindaco, vi erano i maggiori rappresentanti delle istituzioni, dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al prefetto di Genova, Fiamma Spena. Tutti chiamati a onorare il sacrificio partigiano e di un’intera città di fronte all’oppressione nazifascista. E quando il primo cittadino è stato fischiato nel corso del suo intervento, è stato il presidente genovese dell’Anpi, Massimo Bisca, a chiedere alla folla rispetto per il sindaco.
Rispetto che il sindaco dimostra invece di non possedere per i morti genovesi nella lotta di Liberazione: per i partigiani, i deportati, i civili caduti sotto l’oppressione nazifascista. Lo ricorda oggi giustamente lo stesso Massimo Bisca con una lettera aperta indirizzata a Marco Bucci, della quale condividiamo ogni parola.
Il rispetto per i morti deve valere per tutti, ma questo non significa rinnegare la nostra storia e i valori antifascisti della nostra Costituzione. Perché altrimenti la volontà di quei partigiani, e della nostra città, di lottare per la propria e per la nostra libertà varrà come quella di chi quella libertà voleva opprimerla. Vada il sindaco Bucci a dirlo a uno di quei partigiani ancora tra noi e che portano nel cuore e negli occhi i segni e le cicatrici di quei sacrifici, di quella che fu una scelta di onore, ma non certo facile e scontata.
Ci provi e ascolti quello che queste persone sapranno rispondergli, insieme a tutti noi che nella Resistenza e nell’antifascismo crediamo. Ieri come oggi”.
Anche l’ex candidato sindaco e attuale capogruppo comunale Gianni Crivello ha attaccato il sindaco e la giunta Bucci: “Caro Sindaco, cari Assessori, cari Consiglieri di maggioranza, sulla fascia tricolore di un’amministrazione compaiono lo stemma della Repubblica Italiana e lo stemma del Comune. Durante il 25 aprile in piazza Matteotti avete ricordato che chiunque deve riconoscersi nella Costituzione. E’ vero e lo stemma sulla fascia è lì a ricordare ad ogni Sindaco di qualunque colore politico, il valore della Repubblica e la lunga lotta di chi si è battuto affinchè si affermassero la democrazia e la libertà. Valori che la repubblica sociale ha osteggiato da sempre, con la violenza e nel sangue. Il 25 aprile ho condannato coloro che sono venuti a fischiare in piazza, si è trattata di un’azione inaccettabile. Con altrettanta fermezza, ritengo fondamentale che la fascia tricolore simbolo delle istituzioni, non debba essere presente ad incontri come quello di Staglieno. Un vero antifascista non può condividere chi vuole equiparare partigiani e fascisti”.