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Ferragosto in carcere, la visita in Liguria delle delegazioni dei Radicali

Ferragosto in carcere, la visita in Liguria delle delegazioni dei Radicali
Carcere di Pontedecimo. Ferragosto in carcere, la visita in Liguria delle delegazioni dei Radicali

Anche quest’anno delegazioni del Partito Radicale si sono recate nelle carceri di diverse città italiane nelle giornate intorno a ferragosto e continueranno a farlo fino a fine mese.

“Mercoledì 18 e Giovedì 19-8  – spiegano dalla delegazione – abbiamo visitato le Case Circondariali di Pontedecimo e Marassi, nei giorni precedenti e successivi quelle di Sanremo Valle Armea e Imperia.

Ferragosto in carcere, la visita in Liguria delle delegazioni dei Radicali
Carcere di Genova Marassi. Ferragosto in carcere, la visita in Liguria delle delegazioni dei Radicali

Alla visita al carcere erano presenti alle visite genovesi Stefano Petrella, Michele De Lucia, Davide De Bartolo, una delegazione della Camera Penale composta dagli avvocati Ruggero Navarra, Leonardo Nicotra e Ilaria Torri e il Capogruppo del PD in Consiglio Regionale Luca Garibaldi.

A Pontedecimo ci ha accolti la Dottoressa Paola Penco, Direttrice di Chiavari a cui l’istituto è affidato in reggenza dallo scorso marzo, illustrandoci i suoi progetti di possibile ristrutturazione dell’edificio con il recupero dell’ampia area attualmente non compresa nella cinta, compresi il campo sportivo (ad oggi non utilizzabile dai detenuti), il declivio e l’area retrostante (cioè quanto resta della vecchia Villa Caselle) che potrebbero essere adibiti a coltivazioni e a spazi per attività lavorativa, lo spostamento delle sale colloqui vicino al carraio (che eviterebbe ai parenti la ripida salita all’attuale accesso) e una risistemazione dei fabbricati del carcere.

Sono proposte in gran parte già avanzate in passato che potrebbero trovare finalmente corso e assolutamente in linea con le nuove linee guida del Ministero di ricavare nuovi spazi non detentivi, ma da adibirsi ad attività trattamentale.

La realtà attuale si presenta molto diversa, l’edificio ha numerose criticità: la facciata nord e la copertura sono da rifare, soltanto quella dell’area medica (dove nel 2019 pioveva dentro) è stata eseguita finora, nelle celle (in particolare all’ultimo piano) si manifestano umidità e muffe, le tubature dell’impianto di riscaldamento sono da rifare, i servizi hanno visto l’installazione delle docce nel 2007 senza che gli scarichi siano stati adeguati, solo una parte delle vecchie finestre piene di ruggine sono state sostituite, i pannelli alle finestre delle celle che tolgono luce e impediscono la vista dell’esterno sono ancora al loro posto nonostante la richiesta del Garante Nazionale di rimuoverli.

158 i detenuti (di cui 69 donne e 78 stranieri/e) su 96 posti di capienza regolamentare, 124 gli agenti assegnati sui 142 previsti (115 quelli in servizio), soltanto 2 gli educatori, è presente un mediatore culturale, non di lingua araba.

L’istituto ha conosciuto due focolai covid (10-2020 e 3-2021) ma attualmente non registra positivi; delle vaccinazioni ci viene detto che hanno riguardato oltre il 90% di detenuti e personale, ma non vengono forniti dati precisi; sono stati destinati all’isolamento fiduciario e sanitario l’ultimo piano del femminile e un altro spazio al maschile; questo ha comportato la sottrazione di spazio e diverse celle (singole per metratura) sono state adattate da 2 a 3 posti con il castello.

Inadeguata l’assistenza medica, manca da tempo un dirigente medico e ci si appoggia a Marassi, il medico è presente dalle 8 alle 20 nei feriali e dalle 8 alle 14 al sabato, manca la copertura h 24 (attiva fino al 2009), lo psichiatra è presente soltanto 7-8 ore a settimana, il personale di custodia non è formato ad utilizzare i defibrillatori nelle (molte) ore in cui non è presente il medico.

La situazione riscontrata visitando le sezioni ci sembra ulteriormente peggiorata rispetto a due anni fa in particolare al femminile dove le poche attività (pallavolo e teatro) sono state interrotte da un anno e il malcontento è notevole e giustificato; al regime di apertura delle celle non corrisponde attività, ai piani non esistono spazi di socialità; un po’ meglio (ma di poco) vanno le cose nella sezione maschile dei protetti che è riuscita a mantenere attivo il laboratorio teatrale.

I volontari sono in parte tornati, ma il problema di Pontedecimo è proprio quello di non essere riuscito ad attrarre una rete più ampia di associazioni e di realtà che portino lavoro.

Quasi inesistente l’attività lavorativa interna: 1 solo detenuto è impegnato presso la Tipografia, 2 per il call center (ma senza retribuzione), 5 detenute part-time nel laboratorio dell’Associazione Sc.art. che realizza borse con materiali di recupero.

Mancano spazi interni ed esterni adeguati, i cortili sono piccoli, il campo da gioco (una giusta esigenza del maschile) non è utilizzabile, la sala teatro è un piccolo salone ricavato nei fondi; proprio questo fa valutare positivamente la possibile ristrutturazione.

Novità positiva è la prossima riapertura della Biblioteca, ampliata e trasformata in spazio multimediale, che dovrebbe essere finalmente utilizzabile per la socialità.

Diversa la realtà riscontrata il giorno successivo nel carcere di Marassi dove ad accoglierci abbiamo trovato la Direttrice (anche qui in reggenza) Maria Isabella De Gennaro, il Dottor Marco Salvi e la nuova Comandante Lucrezia Nicolò.

Qui il dato preoccupante è quello dei 664 detenuti presenti su 450 posti regolamentari disponibili e la loro tendenza ad aumentare ancora.

Una visita approfondita nel carcere di Marassi non può durare meno di diverse ore e il tempo e la disponibilità accordatici non erano esattamente quelli, ci siamo quindi limitati a visitare una parte della seconda e un unico piano della sesta sezione e a riscontrarne il malcontento.

Da mesi la seconda (quella dei definitivi) protesta chiedendo un regime di maggiore apertura delle celle a cui avrebbe diritto per legge, non si tratta di nulla di nuovo perché alla fine degli anni ‘90 tale apertura era presente e fu poi revocata nel 2003, ma è sempre rimasta oggetto della motivata richiesta dei detenuti; di fatto al momento non è nemmeno applicata la sorveglianza dinamica, oltre alle 4 ore d’aria i detenuti possono fruire a turno del campo di calcio e della saletta di socialità (dove vengono chiusi), non esiste una autentica apertura di almeno 8 ore al giorno delle celle.

E’ così purtroppo in tutto l’istituto, ad eccezione della sezione a custodia attenuata a regime aperto che ospita circa 70 detenuti.

Altre proteste hanno riguardato la qualità del vitto e i costi del sopravvitto, ma non hanno trovato molto ascolto, le ultime la decisione (poco illuminata) di limitare i colloqui a 3 in presenza e 3 in modalità whatsapp (di 60’ ciascuno) e la possibilità di una telefonata giornaliera solo a chi ha figli in minore età, e sono sfociate nella battitura notturna che ha coinvolto tutte le sezioni poco tempo fa.

Marassi ha certamente bisogno di un nuovo Direttore di ruolo che sarà nominato a breve e non si può che augurarsi che sia una persona molto attenta alle esigenze del trattamento e dotata di capacità di ascolto e di dialogo sia con i detenuti che con i detenenti.

E’ necessario però che anche la politica dia il suo contributo, ponendo rimedio alle troppe carenze di assistenza medica e psichiatrica riscontrate in queste visite e permettendo che si arrivi molto presto alla nomina del Garante dei Detenuti da parte del Consiglio Regionale.”