Agenti della polizia postale, su ordine della procura di Genova, oggi hanno perquisito la casa della Iena Antonino Monteleone nell’ambito dell’inchiesta sui presunti festini a luci rosse a cui avrebbero partecipato anche magistrati e sulla morte di David Rossi, precipitato da una finestra della storica banca di Siena nel 2013 quando era capo della comunicazione di Mps.
I pm genovesi Cristina Camaiori e Vittorio Ranieri Miniati hanno disposto la perquisizione per acquisire i file del computer dell’inviato della trasmissione Mediaset “Le Iene” per cercare di svelare l’identità del giovane “gigolò” che avrebbe partecipato ai presunti festini.
In sostanza, i pm genovesi vogliono svelare la sua identità perché fu intervistato dalle Iene col volto nascosto e nel servizio mandato in onda parlò dei presunti festini con la partecipazione di magistrati e altre personalità toscane.
La procura di Genova, competente sui magistrati della Toscana, aveva aperto un fascicolo per abuso d’ufficio a carico di ignoti anche a seguito dell’intervista rilasciata all’inviato delle Iene nell’ottobre 2017 dall’ex sindaco senese Pierluigi Piccini, che aveva riferito di aver saputo di festini ai quali avrebbero partecipato importanti personaggi della magistratura e della politica.
La procura di Siena inviò ai colleghi liguri la registrazione della puntata.
L’inviato delle Iene Antonino Monteleone sul sito della sua trasmissione Mediaset oggi ha commentato così la decisione dei pm genovesi: “Non ho mai voluto rivelare l’identità della fonte che ci ha raccontato dei festini e se da una parte sono contento che la procura di Genova continui a indagare, dall’altra però sono preoccupato, perché così facendo si mina la serenità dei giornalisti a mantenere la segretezza delle proprie fonti”.