“Mi ami?” chiede lei. “Sei incinta?” Risponde lui. “Si”. Sara, magistralmente interpretata da un’adorabile Paola Cortellesi, spalanca gli occhi impaurita e chiede al suo compagno Nicola, Valerio Mastandrea, uomo moderno consapevole delle sue fragilità, se l’ama; lui intuisce immediatamente la situazione e da lì “Si” parte! E’ questo il “fil rouge” di “Figli”, ultimo film di Mattia Torre uscito in tutte le sale cinematografiche italiane il 23 gennaio 2020 e tratto da un suo monologo teatrale: “I figli ti invecchiano”.
Lo sceneggiatore stroncato da una malattia nel luglio del 2019 lascia il suo testamento incompiuto, raccolto in maniera esemplare dal regista Giuseppe Bonito e gli attori Stefano Fresi, Valerio Aprea, che insieme agli altri e ai protagonisti indiscussi della scena Cortellesi e Mastandrea, ci regalano un magistrale ritratto di una famiglia contemporanea alle prese con una quotidianità che si fa specchio della società attuale.
Sara e Nicola, un padre e una madre felici e innamorati; Anna la loro bambina e Pietro il fratellino mai desiderato che sta per arrivare. Una coppia apparentemente perfetta che cela un padre fragile e insicuro e una madre stanca e nevrotica.
La passione più sfrenata e le notti insonni, il lavoro e l’ansia di arrivare a fine mese, la ricerca della baby sitter perfetta che non esiste, i doveri e i diritti, l’amore e l’odio. La casa: nido o prigione? Episodio dopo episodio entriamo in un mondo a ciascuno di noi familiare; i giorni tutti uguali e la voglia di libertà, il consentito e il proibito, le coccole e le accuse, le parole sussurrate e le urla isteriche.
Inutile negarlo, è la vita di coppia, che Mattia Torre ci sbatte in faccia e non possiamo far altro che assistere a scena dopo scena e pensare: ma quello, quella sono io! Lo sguardo verso lo schermo si trasforma da subito in sguardo interiore, osservazione di noi stessi profonda, malinconica e consapevole.
Sceneggiatura e regia esplorano tematiche di coppia come la genitorialità e il mondo che le ruota intorno; lo fanno con profonda ironia e sensibilità attraverso un puzzle fatto di personaggi improbabili ma dai ruoli ben definiti.
La madre di lei che col suo cinismo surreale scatena le ire della figlia che accusa lei e la sua generazione di “vecchi” di essere i responsabili della loro condizione di genitori inadeguati; il padre di lui eterno Peter Pan teneramente inaffidabile.
La pediatra-psicologa che si fa “guru” con improponibili soluzioni ai problemi economici della coppia analizzata come una squadra di calcio che non sa giocare a pallone. Baby sitter folli alle quali mai affideresti i tuoi figli e che pur rappresentano l’unica soluzione possibile contro un immane sfacelo dove un “uovo alla cocca” risolve i problemi. Regole di casa tirate giù come un business plan da seguire rigidamente, pena la distruzione del cerchio magico.
Colonna sonora trionfante l’ 8^ sinfonia di Beethoven, geniale e costante metafora del pianto del piccolo Pietro, che mai si sente durante il film ma che incombe come un macigno ineluttabile al quale non c’è scampo né rimedio se non con le urla mute e isteriche di una madre sull’orlo di una crisi di nervi.
E’ una scelta narrativa stupefacente, del tutto inaspettata, tragicomica; il silenzio che urla potente il suo messaggio a chi non sa ascoltarlo, a due sguardi vicini ma lontani, a due mondi che si scontrano feroci, sconosciuti uno all’altro. Unica e disperata via di uscita? La scena surreale che non ti aspetti dai risvolti ironici e psicologici: una corsa e un volo giù dalla finestra! Sogno o realtà? Paura o desiderio? Allo spettatore scoprirlo mentre si domanda: a chi non e mai capitato?
“Figli” è una commedia, una storia d’amore, dove si ride dall’inizio alla fine. Una festa in casa tra amici dove si festeggia la fine dei debiti con L’Agenzia delle Entrate. Una coppia che regala solo una scarpa al figlioletto perché due in una volta sarebbe troppo. Una pediatra che per i suoi improbabili consigli presenta un conto da duecento euro.
La prima uscita libera dei genitori che di sera fuggono via di corsa come due rapinatori di banca, per poi scoprire di non vedere l’ora di tornare a casa dai figli lasciati con la baby sitter. Una giornata intera con tuo figlio, soli senza la mamma, che basta a trasformarti in un supereroe, ma quando arriva lei la festa finisce. Infiniti gli esilaranti momenti di incomprensione tra Sara e Nicola che legano gli episodi narrati sotto forma di capitoli.
“Figli” è una tragedia sottile che narra il vuoto cosmico, quel vuoto che ci appartiene; quella realtà in cui ci immedesimiamo tutti, anche se non apparteniamo alla generazione dei quarantenni e non abbiamo figli.
Paola e Valerio, pardon Sara e Nicola, offrono al pubblico esilaranti perle di disperazione unite alla più sarcastica ironia. Più li osserviamo nei loro atteggiamenti quotidiani e più li comprendiamo e più ci sentiamo complici di quel “male di vivere” che è davvero così “male”?
“Tu non mi vedi, non mi ascolti”. “Io ho bisogno di respirare!”. Queste le parole di Sara, imprigionata nella condizione di madre e moglie insoddisfatta. Decisa rivendicazione di potere all’interno della coppia, mai riconosciuta da una società prevalentemente patriarcale che spesso non sa e non riesce a prendersi cura degli altri. Origini culturali profonde e ben radicate; causa di una crisi sia nel rapporto di coppia che nella genitorialità.
Un doppio senso di inadeguatezza che può essere colmato solo grazie all’accettazione di sé e degli altri. Un processo lungo e difficile che passa attraverso l’incomprensione, l’egoismo, la fatica, lo scontro; quello che il protagonista Nicola definisce così: “ …se fossi stato un saggio capo indiano probabilmente avrei sentito la tempesta arrivare”.
Ma la tempesta è solo il piccolo Pietro o siamo noi che ci dimentichiamo di accettarci per come siamo, con le nostre paure, debolezze, insicurezze? Accettare per poter cambiare? La vera soluzione qual è? Desiderio di scappare o voglia di restare? Questo l’enigma che accompagna con un ritmo incalzante lo spettatore fino alla fine del film, una frizzante commedia contemporanea mai scontata e dedicata all’amore in tutte le sue forme. Sabrina Malatesta
Il film “Figli” è distribuito da Vision Distribution. Produzione Wildside/ Vision Distribution. Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia. Attori: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, e altri. Sceneggiatura: Mattia Torre. Fotografia: Roberto Forza. Regia: Giuseppe Bonito. Durata: 97 minuti.
Il trailer del film “Figli”-