“Una ricostruzione ottima”. “Senza più censura”. “Un pugno nello stomaco”. Sono alcuni dei commenti dei critici cinematografici comparsi in questi giorni sui quotidiani per il film “Red land” che racconta l’Olocausto italiano e i massacri di massa delle foibe.
Si tratta di un film storico di Maximiliano Hernando Bruno con Selene Gandini, Franco Nero, Geraldine Chaplin, Sandra Ceccarelli, Romeo Grebensek, che “ricorda il passato per costruire un futuro diverso”.
Durante e dopo la Seconda guerra mondiale i partigiani comunisti del “macellaio” Tito assassinarono oltre 12mila (ma alcuni esperti dicono 20mila) uomini e donne italiani, gettandoli anche a gruppi nelle foibe, solo per ragioni etniche. Per le minacce ricevute, circa 300mila connazionali dovettero fuggire dalle terre istriano-giuliano-dalmate.
L’odio rosso fu talmente forte che oggi non si può dimenticare pure l’orribile e vergognoso episodio avvenuto nel dopoguerra alla stazione ferroviaria di Bologna, dove i comunisti locali, senza nessuna pietà, gettarono a terra il latte destinato ai bambini innocenti e denutriti, in fuga dall’inferno e dagli sgherri di Tito.