“I fondi europei indiretti? Una grande occasione sprecata per la Liguria.”
Lo ha dichiarato stamane il consigliere regionale Andrea Melis (M5S) presentando i risultati di un lungo lavoro di ricerca sui fondi strutturali nella nostra regione, con particolare attenzione al fondo Fondo Sociale Europeo e al settore della formazione.
“Dall’analisi del Report dell’Agenzia Alfa 2014-15 sulla programmazione 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo (FSE) – ha spiegato Melis – il quadro che emerge è a dir poco scoraggiante: costi altissimi per la comunità, guadagni per pochi (e spesso sempre gli stessi), a fronte di una scarsa o nulla ricaduta occupazionale sul territorio.
È evidente come, allo stato attuale, Regione Liguria stia dissipando un patrimonio economico e sociale da centinaia di milioni di euro, che non producono effettivi benefici al territorio sul medio-lungo periodo.
In particolare, il FSE si propone, attraverso corsi di formazione mirati, due obiettivi specifici e conseguenti: formazione e riconversione lavorativa.
Ebbene, dati alla mano, entrambi gli obiettivi non sono stati centrati. Due dati su tutti: meno di un allievo formato su due (il 45%) ha trovato un’occupazione; addirittura meno di uno su tre (il 29%) ha trovato un lavoro coerente con il settore per il quale è stato formato. Il passaparola resta il canale lavorativo più gettonato anche tra gli stessi allievi dei corsi FSE, mentre la stabilità, in qualunque settore, non supera mai il 27%. Una tendenza che sembra confermata anche dal FSE 2014-2020, in cui la Liguria è indietro sulla tabella di marcia di tutti gli obiettivi e i parametri previsti.
E le cose non vanno meglio con il fondo PSR 2014-2020 (Programmazione Sviluppo Rurale), dove una cattiva gestione delle risorse, da noi denunciata tanto a livello regionale quanto parlamentare, rischia di costare alla Liguria oltre 13 milioni di euro.
Insomma, la Liguria sperpera una grande quantità dei fondi europei per la formazione in corsi che non rispondono, di fatto, alle attuali esigenze del mondo del lavoro. Questo comporta sprechi, cattivi investimenti e scarse e insufficienti risposte alla disoccupazione, su cui i fondi europei dovrebbe incidere maggiormente.
Fino ad oggi la nostra regione ha effettivamente ‘speso’ le risorse assegnate, ma senza tuttavia aver prodotto risultati soddisfacenti sul territorio: non bastano parametri quantitativi senza un ragionamento sulla qualità dell’uso dei fondi. Se, da un lato, i fondi indiretti rappresentano una grande opportunità per gli enti locali, è purtroppo vero che non tutti hanno le stesse facilità d’accesso. Mi riferisco a piccoli comuni dell’entroterra, che spesso non possiedono le risorse umane per lavorare alla progettualità di dettaglio e avviare banalmente gli iter amministrativi necessari.”
Il consigliere Melis ha inoltre posto poi l’accento su una serie di possibili proposte per sfruttare al meglio i fondi europei, in vista anche della prossima programmazione 2021-2027, in discussione in questi mesi al Parlamento europeo.
“Da un lato abbiamo un margine importante di sviluppo nel turismo, che oggi si attesta a poco più del 7% del PIL regionale. Le infrastrutture tecnologiche per le aziende e per la portualità rappresentano un importante volano di sviluppo. La riconversione professionale orientata alle esigenze delle aziende deve essere maggiormente mirata alle esigenze nel breve termine: non può funzionare una formazione professionale su impieghi che, di fatto, non rispondono all’esigenze di un mercato flessibile, veloce, in continua evoluzione.
Anche per questa ragione serve un monitoraggio costante sul flusso dei lavoratori che trovano collocazione grazie ai percorsi riqualificanti. Auspichiamo, poi, maggiori e più incisivi investimenti nella semplificazione all’accesso dei bandi regionali, attraverso un’informazione puntuale non solo alle categorie economiche ma direttamente al ‘cittadino’.
Quanto agli enti locali, è necessario disporre di strumenti efficaci per il recepimento dei fondi, come ad esempio un pool di professionisti specializzati in grado di supportare i comuni nella stesura di progetti o nell’accesso ai bandi, il tutto attraverso una cabina di regia regionale. Parliamo di soluzioni pratiche e concrete che possono essere messe in campo con relativa facilità, nel tentativo di creare finalmente un circolo virtuoso nell’utilizzo e nel recepimento dei fondi europei, nell’interesse della comunità e dei cittadini liguri”.