“Caro Giovanni, mi sarei aspettato altre considerazioni da te. Speravo volassi un tantino più alto, vabbè. Da paracadutato a paracadutato (lo fosti anche tu, ricordi?) sai che ciò che conta sono i fatti. E chi mi ha eletto sa, con i fatti e con l’impegno quotidiano concreto per il territorio (citofonare per informazioni a qualsiasi sindaco alle piccole o piccolissime associazioni e fino ai singoli elettori), quanto la fiducia al ‘paracadutato’ Mulé sia stata bene o mal riposta”.
Lo ha dichiarato oggi su Facebook il deputato Giorgio Mulé, eletto in Liguria, collega giornalista e di partito del governatore Giovanni Toti.
“Ma questa, davvero, è vicenda marginale e ridicola – ha aggiunto Mulé – al pari della mezza accusa (siamo oltre il ridicolo) di aver perso Imperia a causa mia.
Sullo spread sono davvero colpito dalla tua valutazione: sai più di ogni altro (fosti paracadutato, pardon nominato consigliere politico di Silvio Berlusconi il 24 gennaio 2014) quale sia la differenza profonda tra ora e allora.
Proverò a renderlo più chiaro con una metafora: lo spread di allora equivale a un untore che inietta il virus in un corpo sano, quello di oggi è frutto di un pazzo che si mette nudo mentre nevica e pensa di non prendersi la polmonite…
Caro Giovanni, dici di ‘non voler andare da nessuna parte’ e di rimanere in Forza Italia. Sai quanto sia la stima e l’amicizia che ci lega: prendo dunque questa affermazione, su tutte, come il miglior viatico per andare avanti. Ripeto: avanti, Giovanni. Senza voltarsi indietro, il paracadute lasciamolo nel museo. Ps: ora scappo in Commissione e poi in aula per combattere sul ‘nostro’ decreto Genova”.
“Caro Giorgio Mulè, la morale da te no, dai – ha replicato Toti su Fb – ti abbiamo accolto da paracadutato in Liguria ed eletto al posto di qualcuno che magari il territorio lo conosceva di più e che per quel territorio aveva fatto di più.
In Liguria, dove in tre anni abbiamo vinto tutto, ti lamenti perché abbiamo perso proprio nella città principale del tuo collegio. Chissà perché?
Ma sarebbe il meno: davvero sostieni che ci sarebbe uno spread buono e uno spread sbagliato e cattivo a seconda se ci fa comodo o no?
Ma davvero sostieni che per fare il Coordinatore Comunale di un paesino di cinquecento anime si debba fare il congresso (ma con chi??) e invece la classe dirigente regionale e nazionale possa star lì, per diritto divino, a dettare la linea e scegliere per tutti senza confrontarsi con nessuno, neppure con i propri errori?
Caro Giorgio, non solo non me ne vado da nessuna parte, ma vorrei, come auspichi, dare il mio contributo: ditemi solo dove e quando. Ma che sia un confronto vero, in cui i nostri elettori, militanti, amministratori, i tanti civici che ci hanno abbandonato possano dire la loro apertamente sulla linea politica, le candidature, gli incarichi di partito a tutti i livelli. Sono pronto per scrivere le nuove regole anche domani.
In queste ore vi ho letto ed ascoltato con attenzione: sembra che il problema non siano gli elettori, i militanti che se ne vanno, sembra che il problema sia Toti che lo dice e chiede una riflessione su questo.
Continuate cosi… facciamoci del male!”.