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Frode compravendita auto ed evasione Iva: indagini chiuse per Biasotti e altri 10

L'imprenditore genovese ed ex governatore ligure del centrodestra Sandro Biasotti (foto d'archivio)

I pm della procura genovese ieri hanno chiuso le indagini nei confronti di 11 persone nell’ambito dell’inchiesta nata su una presunta frode fiscale sulla compravendita di automobili e una presunta evasione dell’Iva.

Tra le persone indagate c’è il senatore Sandro Biasotti, ex presidente della Regione Liguria e passato da FI a Coraggio Italia. Il politico genovese risulta indagato per falso in bilancio.

“Finalmente, dopo oltre due anni e mezzo – ha riferito Biasotti – si sono chiuse le indagini preliminari. Nemmeno per il crollo del Ponte Morandi o per reati di mafia sono durate così tanto. Ora potremo difenderci da accuse totalmente infondate.

Io sono indagato come membro del cda della Biasotti Group, che nulla c’entra con l’indagine che riguarda le concessionarie.

Bastava chiedere agli oltre 200 dipendenti per venire a conoscenza che io non mi sono mai occupato di amministrazione o di operatività.

Per queste ingiustizie sono stato portato a vendere sei mesi fa tutto il mio gruppo di concessionarie, che purtroppo ora non sono più genovesi”.

Secondo gli investigatori, alcune aziende “fantasma” non inserite nella galassia Biasotti e mascherate da ditte autorizzate al commercio di veicoli con l’estero, erano state usate per aggirare il pagamento dell’Iva.

La rete di aziende avrebbe avuto come sponda tre società collegate al Gruppo Biasotti (la “Novelli 1934 srl”, Autobi srl” e “Bimauto srl”) ottenendo crediti d’imposta con lo Stato e l’incremento del giro d’affari.

Due anni fa erano stati indagati Antonio Barba (cognato di Sandro Biasotti) ed Enrico Manfredi, titolare secondo gli inquirenti genovesi delle società fittizie a cui venivano vendute le auto.

Inoltre, secondo gli investigatori della Guardia di finanza, sarebbero state fatte numerose vendite di auto a presunti esportatori, che sarebbero “missing traders” ossia evasori professionali privi di qualsivoglia operatività commerciale nel settore. In sostanza, delle “teste di legno” che avrebbero rilasciato false lettere di intento nelle quali avrebbero rappresentato il diritto a concludere operazioni di acquisto esenti Iva per poi trasferire le auto ad altri acquirenti a prezzi estremamente vantaggiosi.