Sei un russo? Dal 15 settembre alla frontiera dei Paesi UE possono sequestrarti tutto quello che porti con te: dalla valigia allo spazzolino da denti, persino le scarpe e se hai dei bambini possono proseguire il viaggio ma scalzi, a meno che non siano di gomma o di stoffa.
Vi ricorda qualcosa?
Di recente, la Commissione Europea ha fatto pubblicare un aggiornamento circa l’interpretazione del Regolamento del Consiglio 833/2014, che riguardava le misure restrittive nei confronti della Russia e vietava all’interno dell’Unione Europea l’importazione di una serie di beni.
Rispetto al precedente divieto di importazione delle automobili di lusso, ora ai cittadini russi non è più consentito entrare in Europa con le proprie automobili personali, quali che siano, neppure se il veicolo è utilizzato per scopi privati.
Non solo. Nell’elenco dei beni allegati al Regolamento UE, sono ricompresi anche cosmetici, smartphone, computer, valigie. Ma anche macchine fotografiche, shampoo e dentifrici. Tutti questi oggetti “potrebbero” essere sequestrati dalle autorità dei Paesi europei.
Sono già stati documentati, la scorsa estate, episodi di sequestro di automobili di turisti russi, in Germania.
E pare che in Paesi come la Lettonia ci siano stati casi in cui i turisti si sono visti svuotare il portafoglio con gli euro avanzati dalle vacanze.
“Potrebbero”, scrivo, perché tutto è affidato alla discrezionalità dei funzionari doganali, al caso di incontrare il poliziotto buono o quello cattivo. Se sei fortunato, passi. Se non lo sei, ti togliamo la valigia e ti sequestriamo la fede nuziale.
Queste sono le “misure” adottate dalle democrazie europee contro i russi “illiberali”.
Siamo, ovviamente, al di fuori di ogni rispetto dei diritti: questa è una logica di guerra, che ricorda episodi di cui le nostre nazioni si sono già macchiate in un passato non troppo lontano, e che sembrano aver dimenticato.
Qualche giorno fa, su Twitter qualcuno ha postato una foto di un quadro: una ragazza russa, nuda, che fa il suo ingresso in una città a cavallo. La didascalia era eloquente: “Una russa entra in Europa”.
L’allusione era chiara. Oggi, se sei un cittadino russo, se vuoi venire in vacanza qui da noi, meglio che parti direttamente nudo, senza niente. Anche se questo potrebbe non bastare ad evitare il rischio che qualche agente ti levi, alla frontiera, pure la sella del cavallo.
La guerra è sempre atroce e ingiusta, ma diventa addirittura perversa quando la si combatte con la forza di regolamenti amministrativi di sapore kafkiano. Prof. Paolo Becchi