Nei mesi scorsi era girata la voce (falsa) che l’ex funzionaria delle Poste di Vobbia era fuggita in Costarica o in un altro Paese sudamericano. Invece, è stata rintracciata in Val d’Aosta.
I Carabinieri della Compagnia di Genova San Martino ieri hanno arrestato l’ex dipendente dell’ufficio postale in Alta Valle Scrivia, per peculato, falso ideologico e materiale in atto pubblico, autoriciclaggio e accesso abusivo a sistema informatico.
L’attività di indagine si è iniziata grazie a una serie di denunce presentate nei primi mesi del 2019 da alcuni residenti, che avevano constatato ingenti ammanchi dai loro conti di risparmio/deposito postali.
Gli accertamenti svolti dagli investigatori del Nucleo Operativo, con l’ausilio dei dipendenti dell’ufficio Antifrode delle Poste Italiane, hanno consentito di scoprire che Patrizia Balbi, 58 anni, unica dipendente nonché responsabile dell’Ufficio Postale da circa 20 anni, approfittando della propria posizione che le consentiva di operare in assoluta autonomia, avrebbe attuato in modo seriale un piano finalizzato all’appropriazione di oltre 440.000 euro (di cui solo 220.000 circa contestabili, a causa della sopraggiunta prescrizione decennale), sottraendoli attraverso la produzione di documentazione falsa relativa ai rapporti contrattuali di deposito.
Le vittime dei presunti reati risultano almeno 19 (perlopiù anziani) e il presunto piano criminale sarebbe andato avanti dal 2000 fino a fine 2018.
Il modus operandi, sempre secondo i carabinieri, è stato sostanzialmente sempre il medesimo, ripetuto decine di volte.
L’arrestata, con la quale i denuncianti avevano sempre trattato in via esclusiva e nella quale riponevano cieca fiducia, traendo vantaggio dalla “dematerializzazione” dei libretti di risparmio avviata nei primi anni del 2000, avrebbe prodotto libretti di deposito cartacei falsi utilizzando libretti in bianco originali riempiti con i dati mancanti mediante l’utilizzo di stampanti ad inchiostro, che erano stati consegnati alle vittime, trattenendo per sé quelli reali del tipo online.
Per anni, le varie somme versate e le operazioni di volta in volta effettuate dagli ignari clienti sarebbero state falsamente annotate dalla 58enne sul falso libretto cartaceo, in modo da fornire un’apparenza di normalità e tranquillizzare gli interessati in relazione alla disponibilità di somme di denaro che in realtà non erano più presenti sui loro conti.
Difatti, hanno aggiunto gli investigatori, i soldi sarebbero stati fatti confluire nei libretti “dematerializzati” rimasti in possesso della 58enne, che sarebbero stati progressivamente svuotati con operazioni consistenti in prelievi diretti fatti in nome e per conto della vittima di turno, mediante l’apertura di ulteriori libretti di risparmio dove sarebbero state fatte transitare le somme oggetto di appropriazione o, ancora, attraverso l’emissione di vaglia postali a beneficio di altri soggetti estranei ai fatti (in un caso addirittura a favore di una persona deceduta).
Tali comportamenti avrebbero quindi consentito di rendere più difficile l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme, per cui eventuali controlli interni sarebbero stati del tutto inefficaci, configurando quindi, oltre al peculato (cioè l’indebita appropriazione di denaro commessa dal pubblico ufficiale) e al falso in atto pubblico (relativo alla produzione di falsi libretti di deposito postali), anche l’ulteriore presunto reato di autoriciclaggio.
Inoltre, considerato che le presunte condotte sarebbero state realizzate utilizzando impropriamente la rete informatica di Poste Italiane, per finalità sicuramente non autorizzate in alcun modo dall’azienda, l’arrestata è stata ritenuta colpevole anche del reato di “accesso abusivo a sistema telematico”.
Nel corso delle indagini è poi emerso che la donna, in due distinte circostanze, durante un periodo di assenza dal lavoro si era recata presso un casinò. Quindi è ipotizzabile che i vantaggi patrimoniali conseguiti possano in parte, se non del tutto, essere stati sperperati nel gioco d’azzardo.
La 58enne è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari in Valle d’Aosta, nel paese di residenza.
Contestualmente, è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 2 appartamenti di sua proprietà e delle somme di denaro presenti su tutti i rapporti finanziari a lei intestati, fino a concorrenza dell’importo di 220.000 euro.