La procura di Imperia stamane ha chiesto le prime (miti) condanne per truffa a danno dello Stato e utilizzo indebito del “badge” che segna l’entrata e l’uscita dei dipendenti, per i cosiddetti presunti “furbetti del cartellino” dipendenti del Comune di Sanremo.
Il maxi processo vede indagati 42 dipendenti del Comune di Sanremo, finiti sotto inchiesta nel 2015 dopo indagini durate mesi.
Il pm ha chiesto 1 anno e 8 mesi di reclusione per Maurizio Di Fazio (operaio, difeso dall’avvocato Alessandro Mager) e 10 mesi per Loretta Marchi (direttrice di Museo, difesa dall’avvocato Giancarlo Giordano).
Nei confronti di Di Fazio sono stati riconosciuti tutti gli episodi contestati. Mentre nei confronti della Marchi il pm ha chiesto la condanna per tre episodi su cinque, considerando gli altri due giustificati.
L’art. 640 del codice penale in sintesi recita: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 51 euro a 1032 euro. La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 309 euro a 1549 euro se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare (…)”.
Per gli altri imputati che hanno chiesto e ottenuto di essere processati sempre col rito abbreviato, usufruendo quindi dello sconto di 1/3 della pena, la discussione del pm in aula è in programma a metà giugno. Poi le arringhe dei difensori a ottobre/novembre e nel 2019 le prime sentenze.
Tra questi, ci sono Alberto Muraglia (il noto ex agente di Polizia Municipale ripreso dalle telecamere mentre timbrava in mutande), Patrizia Lanzoni, Sergio Morabito, Luisa Mele, Rosella Fazio, Luigi Angeloni.