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Furti e rapine nel Centro storico e sui treni: arrestati 14 africani mai rimpatriati

Centro storico di Genova

La scorsa notte a Genova i carabinieri della Compagnia CC di Ge-Centro, al termine di una complessa attività investigativa cominciata a settembre 2021, hanno arrestato e rinchiuso a Marassi 6  africana, senza fissa dimora, pluricensiti penalmente e mai rimpatriati.

Gli stranieri sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di ben 75 episodi delittuosi specifici.

L’indagine ha quindi consentito di identificare il gruppo criminale dedito alla commissione di furti e scippi nel Centro storico genovese, nonché svariati furti a bordo di treni in transito nei vari Comuni della Riviera ligure.

Nel corso delle indagini, i militari del Nucleo Operativo hanno effettuato altri 8 arresti (in flagranza, a seguito di ordinanza e per fermo di P.G.). Si tratta principalmente giovani di origine nordafricana, a riscontro dei numerosi “reati predatori” commessi.

Eterogenea la tipologia delle vittime cadute sotto le grinfie del gruppo criminale: anziani, adulti, giovani, pendolari a bordo treno o passeggeri in attesa.

Il modus operandi era variegato: decine i furti con destrezza di portafogli e cellulari e sottratti dalle borse o dalle giacche a locali cittadini o a ignari turisti, numerosi i furti avvenuti sia nei pressi delle pensiline ferroviarie ai danni di viaggiatori, sia a bordo treno (regionali e frequentati da pendolari ovvero a lunga percorrenza).

Spesso gli arrestati, dai bagagli collocati nell’apposito scompartimento a fine vagone, rubavano macchine fotografiche, computer portatili, tablet e altri oggetti di valore (tra cui anche strumenti musicali), approfittando della distrazione dei passeggeri allontanatisi momentaneamente dal loro posto assegnato.

Talvolta, in prossimità delle fermate, sottraevano qualsiasi oggetto di valore riposto sui tavolini per poi dileguarsi scendendo repentinamente dal treno, confidando nell’impossibilità della vittima di reagire, indotta a non inseguire il reo per non lasciare incustoditi i restanti effetti personali a bordo treno.

Tra gli episodi contestati agli indagati vi è il caso, in particolare, di una pensionata genovese che alla guida della propria auto era stata fermata con la scusa dell’investimento di un gatto e le era stata rubata repentinamente la borsa appoggiata sul sedile passeggero.

È stata accertata, altresì, la presenza di un sistema rodato che prevedeva l’impiego di osservatori in costante contatto via auricolare, mediante la funzione della “conferenza telefonica”, i quali, una volta individuate le potenziali vittime, facendo particolare attenzione ad abiti firmati, orologi o borse di marca, provvedevano ad avvisare i complici in maniera da entrare in azione nel momento migliore.

A volte gli indagati pedinavano per giorni il soggetto ritenuto “di interesse” prima di compiere la rapina.

L’indagine ha preso il via dalla rapina subita da un professionista milanese, in vacanza a Genova, al quale, a seguito di un vero e proprio agguato pianificato, è stato sottratto un orologio marca “Patek Philippe” del valore commerciale di oltre 40.000 euro.

Una parte dei beni sottratti è stata già riconsegnata agli aventi diritto, mentre per la rimanente refurtiva proseguono gli accertamenti finalizzati ad individuarne i legittimi proprietari.