Ieri sera i militari del Nucleo Investigativo di Genova hanno arrestato a Genova Sestri Ponente un cittadino albanese, S.K. (30 anni), a seguito dell’emissione di un ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzione della Procura della Repubblica di Genova, in relazione all’espiazione della pena di anni 3, mesi 10 e giorni 17 di reclusione per due condanne inerenti un furto in abitazione e spaccio di sostanze stupefacenti.
La prima condanna, divenuta irrevocabile nel 2016, era relativa ad un furto in abitazione commesso a Genova nel mese di dicembre del 2014. Nell’occasione, già nel 2015, nel corso delle indagini che scaturivano nella condanna, lo straniero era statp veniva arrestato da carabinieridel Nucleo Investigativo di Genova poiché faceva parte di una gang specializzata in furti d’appartamento, durante i quali oltre a contanti e gioielli arraffavano anche abbigliamento firmato, profumi, scarpe e in un caso persino alcuni conigli vivi.
Un’organizzazione criminale che faceva razzìe nelle case genovesi e si avvaleva anche dell’aiuto di alcuni connazionali fatti venire apposta dall’Albania, composta da 13 cittadini albanesi, di cui 2 donne, una delle quali fungeva da autista o palo insieme con il compagno italiano.
La banda aveva messo a segno almeno 85 colpi a Genova e in provincia, nel savonese (in particolare nella zona di Varazze e dintorni) e in basso Piemonte, tutti compiuti tra il settembre del 2014 e l’aprile del 2015.
Nel mese di novembre 2020, S.K. era stato nuovamente arrestato, poiché coinvolto unitamente ad altri connazionali e italiani in un traffico internazionale di droga tra l’Italia e l’Albania.
L’autorità giudiziaria aveva emesso una serie di misure cautelari nei confronti dei soggetti coinvolti tra cui S.K. e successivamente con la definizione processuale della propria posizione, diveniva irrevocabile anche la seconda condanna e si sono quindi aperte le porte del carcere per il cittadino albanese, con l’emissione dell’ordine di carcerazione.
S.K. dopo le formalità di rito è stato rinchiuso nel carcere di Marassi.