La Corte d’appello di Lione stamane ha respinto la richiesta di estradizione dalla Francia all’Italia del 50enne Vincenzo Vecchi, condannato nel 2009 a 11 anni e mezzo di reclusione per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.
Secondo quanto emerso dal processo, tra le altre cose, era stato fotografato mentre “con in mano una bottiglia incendiaria” dava fuoco a un copertone. Poi “travisato e in concorso con altri manifestanti danneggiava, distruggeva e incendiava svariati beni, tra cui istituti di credito e un supermercato”.
“Nonostante abbia vissuto per un periodo con falsa identità, per 13 anni ha costruito relazioni, famiglia, lavora, partecipa allle attività della comunità – hanno sostenuto i giudici francesi – e questi diritti devono considerarsi da tutelare rispetto a una condanna per fatti accaduti nel lontano 2001 che pare a tutti gli effetti sproporzionata”.
Nel novembre 2019 la Giustizia francese aveva rimesso in libertà l’ultimo dei cosiddetti black bloc, che nell’estate 2001 misero a ferro e fuoco la Città di Genova.
Vincenzo Vecchi, esponente dell’area anarco-autonoma milanese, era stato arrestato nell’agosto 2019 in Bretagna, dove viveva in clandestinità da diversi anni dopo una latitanza cominciata nel luglio del 2012.
Era stata la Corte d’Appello di Rennes a stabilire “l’irregolarità” del mandato d’arresto europeo per i fatti di Genova, ordinandone il rilascio nonostante le richieste delle autorità italiane.
Prima della cattura, l’antagonista si faceva chiamare Vincent Papale, viveva in una “comune” e si guadagnava da vivere lavorando come imbianchino in Bretagna, nel Nord della Francia.