Un bel gallo ruspante di nome Maurice, all’alba di ogni mattina lancia il suo acuto chicchirichì da un pollaio nel paesino di Saint Pierre d’Ole’ron, in Francia. Purtroppo una parte degli abitanti sono infastiditi dal canto mattutino, così scrivono al primo cittadino lettere per denunciare il «fastidio intollerabile» seguite da proteste formali.
Invece, in difesa del canto del pennuto, un po’ troppo squillante, si sono schierati migliaia di cittadini e politici che considerano il chicchirichì, un simbolo del mondo rurale minacciato dalla modernità, senza dimenticare che il gallo, è, della Francia, il simbolo nazionale!
La storia di Maurice inizia a casa di Corinne Fesseau, una cantante locale. Nel 2015, Fesseau riceve in regalo un pulcino per la sua aia, che chiama Mauricette, salvo poi scoprire, dai chicchirichì mattutini, di avere a che fare con un gallo, che ribattezza Maurice.
Un ufficiale giudiziario è andato per ben tre volte in prossimità del pollaio per registrare il canto di Maurice ed avere gli elementi (sonori) ed avviare un procedimento giudiziario. Per difendere l’irrequieto galletto la cantante dà vita all’associazione «I galli arrabbiati di Ole’ron», sostenuta anche dal sindaco della località, Christophe Sueur e da 100 mila persone che firmano due petizioni online per «salvare i suoni delle campagne e il canto del gallo».
Per rincarare la difesa di Maurice, il primo cittadino di Saint Pierre d’Ole’ron, con apposito decreto, decide di tutelare «gli stili di vita legati alla campagna», in particolare la presenza di animali nelle fattorie.
In attesa del processo al tribunale di Rochefort, previsto il 4 luglio, la sorte del gallo canterino è incerta. La signora Fesseau ha rinchiuso in una buia capanna Maurice per limitare così il disturbo lamentato dai vicini. Gli avvocati delle due parti sono impegnati in una difficile mediazione per evitare il tribunale e sistemare la questione davanti ad un conviviale bicchiere di vino genuino.
Intanto Maurice, al centro dell’insolita discordia, si è depresso e non canta più con lo stesso fervore e slancio rurale di prima. Se il gallo dovesse essere messo a tacere, Saint Pierre d’Ole’ron perderebbe il suo caratteristico canto mattutino e la Francia un degno rappresentante del suo simbolo nazionale. Antonio Bovetti