Libertà e diritti valgono per tutti
“Il fascismo è un fenomeno politico indissolubilmente legato alla sua epoca ed al suo capo e fondatore. E’ pertanto finito nel 1945. Quindi no, non sono fascista! Vorrei che da ‘cattolica democratica’ chiedessi a tanti tuoi compagni di partito che hanno militato nel pci supportando la repressione a Budapest e Praga, e godendo dei rubli di Mosca, propugnando il pensiero politico più sanguinario nella storia dell’umanità, e che ancora oggi opprime popoli e stati, se sono ancora comunisti. Mi piacerebbe sentire le loro risposte!”.
Lo ha dichiarato il consigliere delegato alla Protezione civile del Comune di Genova, Sergio Antonino Gambino (FdI), replicando alle accuse della capogruppo del Pd Cristina Lodi durante il consiglio comunale di ieri a Tursi in cui è stata approvata la “mozione antifascista”.
In aula “presenti non votanti” i 3 consiglieri di Fratelli d’Italia (Gambino, Vacalebre, Campanella) ed assenti la consigliera leghista Francesca Corso e la collega di Forza Italia Lilli Lauro.
“Potrei limitarmi a questo – ha aggiunto Gambino – ma mi spingo oltre. Io sono nato nel 1979 e ho pertanto letto del fascismo e dell’antifascismo solo sui libri di scuola, (proprio perchè dopo oltre 70 anni è giusto consegnare quel periodo alla storia) ti posso dire che le leggi razziali sono una macchia indelebile nella storia italiana, e che il fascismo era certamente un regime autoritario che limitava la libertà, cosa che condanno fortemente ma che invece voi avete fatto con la mozione di oggi, anche se ovviamente in modo omeopatico.
Posso dire altresì che alleandosi con la Germania nazista si è reso complice dei crimini di guerra commessi da Hitler.
Ma condanno anche quell’antifascismo che, a guerra finita, con rastrellamenti e stupri si è macchiato di crimini inumani portando avanti un’ignobile vendetta spesso a danni di innocenti o di partigiani non comunisti come quelli della brigata Osoppo o come con Aldo Gastaldi.
A quell’antifascismo che negli anni 50 nel silenzio assordante ha fatto finta di non sapere, se non ha addirittura assecondato la pulizia etnica commessa dai partigiani di Tito a danno dei nostri connazionali, e che negli anni 60/70/80 ha giustificato qualsiasi azione di violenza finanche a giustificare l’uccisione di decine di militanti dell’Msi al grido di uccidere un fascista non è reato.
Allora se mi chiedi se sono fascista o antifascista io di dico che sono un patriota. Che la costituzione e le leggi dello stato mi indicano la strada da percorrere e non una faziosa mozione pre-elettorale con la quale ancora oggi non riuscite a prendere le distanze da chi con la bandiera dell’antifascismo si arroga il diritto di limitare le libertà sancite dalla Costituzione che oggi (ieri a Tursi, ndr) a mio avviso è stata vilipesa”.