Un inseguimento durato anni. Premiato ora dalla bandiera a scacchi. L’approdo al Genoa di Lorenzo Callegari, campione d’Europa con la Francia Under 17, è arrivato al traguardo. Chi l’ha dura, la vince. Linfa giovane per il Vecchio Balordo. Nascita francese, sangue italiano. “Papà delle parti di Piacenza, mamma pugliese. Vero. Il presidente Preziosi e il Genoa si erano interessati a me già in passato. Ringrazio per la tenacia che hanno dimostrato”. La pronuncia del cognome, dice, va accentata sulla a. Senza francesismi. “Conosco la cultura italiana, da bambino venivo per le vacanze. Descrivermi? Mi piace essere al centro del gioco, toccare la palla, presidiare lo spazio davanti alla difesa. Posso anche avanzare il raggio d’azione. Comandano le esigenze di squadra”. Con i giovani del PSG, si è tolto una serie di soddisfazioni. “Anche nella Youth League è stata una bella esperienza. Ho girato pagina e ora sono concentrato solo sul Genoa. Il club di calcio più antico in Italia, un fascino particolare”.
Gli obiettivi di squadra, quelli personali. Aspirazioni e speranze scendono a valle con la limpidezza di un torrente di montagna. “Il primo impatto con l’ambiente è stato davvero positivo. Sono stato colpito dalla compattezza, dall’unione che si respira nell’ambiente di lavoro. Tutti aiutano tutti. Il passo iniziale è conoscere le caratteristiche dei compagni, integrarmi nella filosofia di gioco, trovare la forma e poi vedremo se ci sarà la possibilità di dare in campo il mio contributo. Ho l’opportunità di apprendere molte cose soprattutto dai calciatori più esperti. E’ ancora presto per individuare le ambizioni collettive per la nuova stagione. Sono stato accolto bene e ringrazio anche i tifosi per i messaggi che mi sono arrivati. Thiago Motta mi ha detto di venire, che non mi sarei pentito della scelta e non avrei avuto problemi. Il Mondiale? Credo che la Francia abbia molte chance di vincere”.