Dal Genoa… al Genoa. Dal debutto in Serie A nel Cesena. Guarda caso contro il Grifone al Ferraris. Era il 26 aprile 2015, la partita finì 3-1. Alla maglia del club di calcio più antico in Italia. Una storia scritta nel destino. Per Nicola Dalmonte, 21 anni tra un pugno di settimane e una trafila significativa nelle nazionali giovanili (“dall’Under 17 all’Under 20: in azzurro ho avuto l’opportunità di girare l’Europa), si è aperta una pagina da riempire. “La mia famiglia è di Torri, una frazione di Savarna, nel retro costa dove ho iniziato a giocare. A nove anni andai al Ravenna, a 14 mi trasferii al Cesena. Facevo la spola tutti i giorni. Avanti e indietro”.
Con i romagnoli bianconeri cinque gol in quarantasei presenze. Nelle rilevazioni atletiche al ‘Signorini’, sempre tra i top a percorrere lunghe distanze ad alta velocità. Carta canta. “Corsa e dribbling. Forse sono le mie qualità migliori da esterno d’attacco. La scorsa stagione è capitato di fare il quarto di centrocampo a volte il trequartista. Penso di avere nelle corde la capacità di adattarmi. Rispetto alla Serie B il livello è più alto. Di sicuro qui ho la possibilità di migliorare allenandomi con grandi giocatori. E’ una tappa importante nel percorso di crescita. Obiettivo? Cercare di fare bene e farmi trovare pronto sfruttando eventuali occasioni. Prima però vengono le esigenze di squadra”.
Nessun grillo nella sua testa, là dove spiccano occhi blu come il mare. Hobby? “Guardo parecchia televisione, sport e partite quando posso. Pratico il tennis d’estate, sono appassionato. Genova non la conoscevo: sto iniziando a scoprirla piano piano. C’ero stato un paio di volte di passaggio, solo per visite superficiali. Mi trovo bene con i compagni, nel nuovo ambiente, in questa società ben organizzata. Tecnico e collaboratori danno consigli utili di cui fare tesoro. Non conoscevo personalmente mister Ballardini. Anche se proveniamo dalle stesse zone, in precedenza non era successo di parlargli. Lo conoscevo per il suo lavoro nel mondo del calcio”.