Chissà se il vizietto del gol, appeso come panni al sole delle amichevoli estive, derivi dagli anni in cui giocava da prima punta nelle giovanili del Borussia Dortmund. “Fu l’allenatore dell’Under 15, Propper, a cambiare il ruolo e trasformarmi in difensore. Ora non ho più la confidenza, non è più un’abitudine segnare e non è più il mio mestiere. Però nel calcio moderno l’apporto dei difensori, su corner e punizioni, è sempre più importante visto il peso che hanno i gol sui calci da fermo per determinare le partite. Può risultare decisivo, può fare la differenza”. Ventiquattro anni tra pochi giorni, Koray Gunter è un giocatore che sembra non passare inosservato agli occhi dei tecnici. Era un pupillo di Klopp, attuale coach del Liverpool. E con il ct della Turchia, Lucescu, un lungo passato in Italia, si è sentito di recente.
“Mi ha chiamato per avere qualche informazione, mi ha detto che mi tiene d’occhio. Sì, posso giocare con la Nazionale turca viste le origini. La concentrazione ora è rivolta unicamente al Genoa, voglio fare bene qui. Mi pongo l’obiettivo di essere un buon esempio, di essere di aiuto al mister e ai compagni” dice in un inglese fluente. L’italiano verrà, sotto l’insegna dei lavori in corso. “Nice, sono eccitato per l’esordio: un po’ di emozione c’è. Un professionista vive per il gusto di entrare in un nuovo stadio, di giocare per i suoi nuovi tifosi. La qualificazione passa da una partita secca, non sarà facile, ci teniamo ad andare avanti”. Niente albergo. Ha preso casa nella zona del Porto Antico. Non distante dal Museo della Storia del Genoa. “Andrò a visitarlo. Genova è bellissima. Passeggiando per il centro si respira la grande storia di questa città. Sono affascinato dalle strutture architettoniche e dalla gentilezza delle persone”.