La 200ma panchina in Serie A Tim, nella gara con l’Inter, meriterebbe un regalo speciale. Un premio alla carriera. Una di quelle notti in cui il Grifo spicca il volo. Forse che i doni sono già stati scartati contro Lazio e Chievo? Per sperare in un clamoroso tris, ci vuole fede. E l’album dei proverbi sotto il braccio come ispirazione. Non c’è due… “Siamo concentrati solo sulla partita contro un’Inter in ripresa. Una squadra che sta bene fisicamente e ha qualità straordinarie. Dovremo essere molto bravi a livello collettivo. Generosi, attenti in ogni momento, con grande personalità. Il nostro pubblico ci chiede di farlo emozionare. Per coinvolgerlo e ricambiare il sostegno incessante, non possiamo che donarci dal via alla fine. Solo così possiamo vivere insieme momenti forti”.
Le note di Fabrizio De André, giù il cappello, accompagneranno tutti sino al fischio d’inizio. E chissà che sentire le strofe di Crêuza de mä, l’inno degli ‘zeneixi’, non possa restringere la strada al passaggio della corazzata Inter. Che l’inse! “Mi viene la pelle d’oca quando sento cantare le canzoni di De André con il cuore, la passione, qualche lacrima che scende. Genova è stata la casa di grandissimi cantautori. Lui è stato un mostro in senso buono. Mi viene in mente Umberto Bindi che piaceva tanto alla mia mamma. Tornando a noi, credo che sul mercato il Genoa abbia preso giocatori giusti. Ragazzi seri che trasmettono un entusiasmo contagioso. Non che agli altri manchi…”.
Le difficoltà per far quadrare i conti sono stampate nella lista dei convocati falcidiata dalle assenze. Ma fasciarsi la testa prima del tempo serve a nulla. Non è da Genoa. Non è da Genoani. “Biraschi e Taarabt non recuperano, saranno sottoposti a valutazioni. Galabinov e Rosi dovrebbero rientrare. Yamiq ci piace molto: ha voglia di imparare alla svelta. Lazovic dà il meglio dalla metà campo in avanti. La sua generosità lo porta a dare un contributo anche in fase difensiva. Pandev è un giocatore di classe. Le ottime prestazioni, alla sua età, derivano dalla consapevolezza di doversi allenare di più sprizzando tanta fatica. Bertolacci è sempre più coinvolto, con e senza palla”.