Cento partite di campionato con la maglia del Grifone. E chi l’avrebbe detto? Nonostante le voci di mercato ricorrenti durante l’avventura in rossoblù, in correlazione con il lievitare di rendimento e prestazioni, l’unica sirena che ha fatto breccia nel cuore è la sua ragazza. Santa Antonella dall’Uruguay. Incaricata di prendersi cura delle irrinunciabili treccine, quando iniziano a ingarbugliarsi e andare per i fatti loro. Mica un lavoro da poco sotto gli occhi del cagnolino in comune. Aveva 15 anni Diego Laxalt il giorno in cui, dopo la scuola, si presentò a casa con quel modello, pardon, di capigliatura per dare scacco a riccioli folti come liane.
“Sono orgoglioso di raggiungere questo traguardo se scenderò in campo. Tante partite in un club storico come il Genoa significano che qualcosa di buono ho fatto. Tanti bei momenti, altri meno. Il bilancio non può che essere positivo. Guardo avanti. Alle prossime sfide. Al futuro che verrà”.
La rincorsa per la convocazione con l’Uruguay al Mondiale è lanciata. Come quando accelera sulla fascia e tira il collo al malcapitato di turno. Sulla sua velocità tutti d’accordo. La voglia di migliorarsi giorno dopo giorno è un’amica fedele, che prelude ad altre tappe in questo percorso. A 25 anni da compiere, il tempo non gli manca. “Per andare in Russia devo fare un ottimo girone di ritorno. Il mio Mondiale passa dalle prestazioni con il Genoa, solo così posso sperare di centrare l’obiettivo. Domenica incontreremo un avversario molto tosto come l’Udinese. Tutte le partite in Italia presentano grandi difficoltà da superare. All’andata non disputammo certamente una delle nostre migliori gare. E’ una squadra complicata da affrontare perché ha valori tecnici e dinamici. Ha trovato una sua quadratura, oltre alla fiducia derivata dai risultati ottenuti nell’ultimo periodo”.