E’ tutta “un’altra storia” quando si guardano le cose con occhi diversi. A Luca Mazzitelli, romano del quartiere Fleming, “con tanti amici laziali” e un futuro promesso da universitario, chissà, succede quando torna a Roma.
L’effetto di una pennellata di penicillina. “Non avere l’abitudine di frequentare quotidianamente i posti dove sei nato, vista la lontananza da casa, cambia la percezione. Osservi i luoghi in un’altra maniera. Presti un’attenzione maggiore, mentre prima non coglievo certi particolari. Facevo meno caso alla bellezza di Roma. Genova? Mi ha sorpreso. Non tutti me ne avevano parlato bene. Sono sincero. E invece. Il clima, il lungomare…’”.
Con il Bologna è stato il secondo per numero di palloni giocati (48) alle spalle di Romulo (70). Legna su legna. Con il tempo e meccanismi oliati, risalteranno di più le qualità dei singoli. Arriveranno le fiammate. “Assist, gol, inserimenti. Per un centrocampista sono caratteristiche importanti. Come la visione di gioco. Abbiamo molti margini di miglioramento. Stiamo lavorando sulla compattezza. Sulla quadratura di squadra. Sotto questo aspetto è stato utile, una bella iniezione di fiducia, non prendere gol con il Bologna. Siamo in tanti nuovi. Stiamo ancora imparando a conoscerci. In campo e fuori dal campo”.
Pasta al pomodoro nel menù servito nella club house. Una delle preferite. “Tra amatriciana e cacio e pepe, scelgo la seconda tutta la vita”. Nel tempo libero lo accompagnano le serie tv. Sabato lo aspetta il volo charter con i compagni. Si fa rotta, guarda un po’, nella capitale. “Con la Lazio sarà una partita difficilissima, in un campo complicato, contro una delle più forti in Serie A. Per reggere l’urto serviranno testa giusta e capacità di soffrire. Sacrificio e impegno. Queste sono forse le parole chiave. Come inizio non possiamo proprio lamentarci. Sassuolo a parte, è stato un avvio positivo”.