I responsabili del Comune di Genova oggi hanno inviato una missiva ai vertici della Lega di Serie A per far giocare Genoa-Milan alle 21, come previsto originariamente, anziché alle 15 di lunedì 21 gennaio.
Lo ha riferito l’agenzia Ansa citando fonti di Palazzo Tursi. La conferma ufficiale è arrivata in serata dal Comune, che ha confermato che la missiva è stata firmata dal sindaco Marco Bucci: “Questo in considerazione della attuale difficile situazione della viabilità, aggravata dallo sciopero del trasporto pubblico locale proclamato per quel giorno. Il tutto considerando anche l’ubicazione dello stadio e le problematiche che si potrebbero creare per i cittadini e gli operatori commerciali in diverse zone della città”.
Ieri è emerso, infatti, che i vertici della Lega Calcio hanno deciso di anticipare la partita al pomeriggio “per motivi di ordine pubblico” su disposizione dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive.
Genoa-Milan, si gioca alle 15: tifosi rossoblu infuriati per decisione Lega Calcio
La giunta Bucci, a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi, per evitare disagi legati al traffico cittadino aveva chiesto alla Lega che a Genova non si giocassero più partite in giorni feriali e durante il normale orario di lavoro.
Con questa motivazione, il Comune di Genova ottenne lo slittamento dalle 17 alle 19 della gara di recupero tra Sampdoria e Fiorentina, giocata il 19 settembre scorso, che era stata rinviata a seguito della sciagura del 14 agosto.
I responsabili della Lega Calcio chiesero una deroga alla Uefa perché in quel giorno la partita era concomitante con alcuni impegni di Champions.
Intanto i tifosi del Genoa oggi pomeriggio hanno annunciato che se la gara di serie A del 21 gennaio con il Milan verrà giocata alle ore 15 lasceranno “deserti” gli spazi che occupano solitamente, in prevalenza in Gradinata Nord. In un comunicato, i tifosi rossoblu invitano tra l’altro la società a “tutelare gli interessi di tutti i suoi tifosi abbonati e non abbonati. Siamo ostaggi della Lega Calcio, delle televisioni e degli osservatori vari. Queste decisioni allontanano la gente dagli stadi”.