Una lunga intervista a Tuttosport. A tutto campo. Senza dribblare le domande, per ripercorrere le tappe di una vita che gli ha regalato tanto e tolto moltissimo.
E una carriera a cui appendere altre esperienze, altri sogni da inseguire e obiettivi da raggiungere. Il viaggio a Genova. Otto partite per capire cosa sia il Genoa vivendolo dall’interno. Entrando tra le pieghe di una grande passione popolare. Dentro il tesoro di sentimenti che custodisce chi tifa per il club più antico in Italia.
Un omaggio ai colori rossoblù. Alla storia di chi per primo iniziò a dare calci a un pallone, sotto i mercantili attraccati lungo le banchine del porto. “Ho tante motivazioni, una grande rabbia dentro di me, una voglia pazzesca di mettermi ogni giorno in discussione. Sono stato fortunato e sono felice di aver trovato un presidente coraggioso che non mi ha valutato solo per l’esperienza che ho, ma mi ha ascoltato, ha voluto capire quello che avrei voluto fare…”.
Molto più di una squadra di calcio. Il Genoa per tanti è una ragione di esistenza. E’ un testimone che passa da una generazione all’altra nel ciclo della vita. Un emblema cittadino come indicano i grifoni stampati nello stemma di Genova. “Il Genoa non è solo una squadra di calcio. E’ la cultura del calcio, con i suoi scudetti, la sua tradizione. Si dice sempre che nel calcio conti la maglia. Al Genoa è proprio vero. Questa maglia ha un valore inestimabile”.