Sfoglia la margherita Sandro. Sul prato del Ferraris, il ‘Tempio’ come i nostri vecchi, si profila il debutto dal 1’. La condizione cresce. La squadra ha accolto a braccia aperte il suo innesto. Per caratteristiche un elemento capace di legare il gioco, rendendo semplici le cose difficili ai più. Evviva. E’ mattina al Centro Signorini. Il saliscendi di scale a Villa Rostan è il primo allenamento. “Niente male come inizio di giornata” sorride. “E’ stato importante rientrare” racconta il centrocampista, con una ventina di presenze nella Seleção. “Dopo tutto il lavoro fatto in estate, non vedevo l’ora di tornare ad allenarmi, rigiocare le partite, assaporare il gusto delle sfide. Sentire il calore del pubblico. Il Genoa è un club, una squadra, che mi piacciono. Nel gruppo si respira armonia”.
Il vento soffia alle spalle. Le conoscenze si affineranno strada facendo. “Ho vissuto sensazioni particolari domenica. Penso che il calcio sia il calcio in ogni Paese, e qui in Italia è tattico. Quando si va in campo però, il linguaggio è quello. Se hai esperienza in fondo non c’è bisogno di troppe prove per integrarti e farti capire. Credo e spero di poter dare un grande contributo al mister e ai compagni, sono uno che in mezzo cerca il controllo del gioco. Con il Parma, squadra forte, l’ha già dimostrato, sarà un match difficile. Ci vorrà pazienza. Ora siamo in fiducia ed è fondamentale insistere. In casa stiamo facendo bene. Pensiamo a noi stessi. Ci stiamo allenando al massimo per farci trovare pronti. Genoani domenica vi aspettiamo allo stadio”.
Più che di un calciatore, quasi tutti uguali ormai nel look, la faccia di un play-maker Nba. Un globe-trotter del pallone, oltre che un pensatore fine. Brasile, Inghilterra, Turchia, Italia. La carriera si è dipanata in vari angoli terracquei. Zero grilli per la testa. La passione per la musica. “La divido in buona musica e cattiva musica: ascolto di tutto. Mi piace arrivare allo stadio sentendo canzoni di gospel. E’ un genere religioso che ho acceso nell’ultimo periodo”. La famiglia, moglie e figlio. Gli amici. Una vita che gira intorno a riferimenti certi. Quelli che possono in fondo rendertela felice. “Lo ammetto. Sono rimasto sorpreso da Genova, non la conoscevo. E’ una città misteriosa, da scoprire. Il mare, i monti, l’arte, i musei, la storia, il porto, i vicoli. Per la completezza del territorio, è vero che mancano gli spazi, non vi potete lamentare…”.