La passione dei genoani, la competenza del tecnico. Chissà che questo mix non porti a scoprire la formula magica, per vivere una stagione davvero da vivere. Benedetto sia mister Aurelio Andreazzoli.
“Sto ricevendo attestati di affetto superiori in rapporto a ciò che abbia dato. Nel rapporto con tifosi e giocatori cerco di essere me stesso. Se riesco poi a instaurare un feeling e alimentare sentimenti di un certo tipo fa piacere. Non possiamo permetterci di sbagliare. Voglio che i genoani siano vicini a noi per le partite e agli allenamenti. Sarà meglio o no partecipare tutti insieme? Aprire le porte del Pio-Signorini, riempire lo stadio è l’obiettivo principale. Il riscontro passa dal divertimento che saremo in grado di offrire. Il valore del n° 12 della maglia del Genoa non può restare simbolico ma diventare pratico, per aiutare me e i ragazzi a correggere gli errori. Contano i fatti, piuttosto che le promesse. Parola d’ordine, condivisione. Non si prescinde dall’aspetto umano in questo mestiere. La gradinata nord è la nostra lanterna”.