In occasione dei festeggiamenti previsti per il 13 e il 14 gennaio 2024 nella Parrocchia di San Fruttuoso, a Genova, l’Arcivescovo Joan Planella I Barnosell, metropolita di Tarragona, in Spagna, si unirà alle celebrazioni del quartiere, su invito del parroco Don Alessandro Campanella.
Questo perché le due arcidiocesi condividono la venerazione del Santo, tanto da dar vita negli ultimi anni a una sorta di gemellaggio, che ha portato a scambi tra i rispettivi rappresentanti.
A Genova, l’arcivescovo soggiornerà a Villa Migone, dimora storica che ospitò il Cardinal Boetto nei suoi ultimi anni di vita, a seguito dei bombardamenti che colpirono i suoi palazzi, durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi diventare sede della firma della Resa dei Tedeschi ai Partigiani, il 25 aprile 1945.
Per ricostruire la storia antica di San Fruttuoso, si può ricordare che fu il primo vescovo della città spagnola di Tarragona, martire nel 259 d.C., quando la Spagna era una provincia romana.
All’epoca, la città catalana era cosmopolita, un crocevia di traffici, in cui il cristianesimo era molto vivo.
Alla sua scomparsa, le spoglie del Santo furono conservate nell’Abbazia dei Doria di San Fruttuoso a Camogli, retta dai Benedettini, che portarono successivamente il culto del Santo a Terralba, nell’attuale quartiere genovese di San Fruttuoso, dove possedevano orti e vigne. Lì costruirono una cappella vicino alla Via Aurelia, dedicandola al martire spagnolo. Per questo l’attuale parrocchia genovese del Corpus Domini ereditò il nome di San Fruttuoso che connotò poi l’intero comune e, in epoche più recenti, il quartiere.
I festeggiamenti 2024 della parrocchia di Piazza Martinez prevedono la celebrazione delle Messe da parte dell’Arcivescovo di Tarragona sabato 13 gennaio alle 18 e domenica 14 alle 10.30 con processione in Piazza Martinez e con la partecipazione della Cappella Musicale della Cattedrale di San Lorenzo, seguito da un pranzo comunitario. Seguirà la Messa delle 18.30 con il coro del Maestro Enrico Sobrero. Un momento di fede e di condivisione per due Paesi da sempre vicini nel culto. Roberto Polleri