“Genova chiama, Modena risponde” così: impicchiamo i neofascisti. E’ la sostanza del significato dello striscione appeso nella città dell’Emilia Romagna, che rappresenta il preludio del corteo antifascista in programma il 3 febbraio. Alla manifestazione potrebbe esserci anche il sindaco Marco Bucci, che nei giorni scorsi ha dato la sua eventuale disponibilità a parteciparvi “ma solo se sarà contro la violenza”.
In tal senso, l’immagine pubblicata da Modena Antifascista è stata ripresa e condivisa con un post alcuni giorni fa sulla pagina Facebook di Genova Antifascista. Finora non è stata ancora cancellata.
Il 31 gennaio in piazza De Ferrari (ore 18) è prevista un’assemblea delle varie anime della sinistra e il 3 febbraio (ore 15) ci sarà il corteo antifascista, al quale parteciperanno anche antagonisti, estremisti e attivisti dei centri sociali provenienti da tutta Italia che scenderanno in piazza con questo pacifico e democratico slogan: “Chiudiamo i covi fascisti”.
Se le indagini della Digos sul presunto accoltellamento di un paio di settimane tra piazza Alimonda e corso Buenos Aires proseguono, quelli di CasaPound continuano a dire che sono loro a essere stati minacciati da quelli di Genova Antifascista. Inoltre, non si sa ancora se nelle immagini dei filmati in possesso di polizia e procura il presunto accoltellamento ci sia o non ci sia. Fatto sta che al momento non risulta ancora alcun nome iscritto nel registro degli indagati.
“Appuntamento a tutte e tutti gli antifascisti a Genova sabato 3 febbraio h.15 – hanno spiegato i “non violenti” di Modena Antifascista – per dire che non accettiamo nessuna aggressione nè intimidazione da parte del nuovo squadrismo organizzato da Casapound, Forza Nuova, Veneto Fronte Skinhead e Lealtà Azione.
Per dire che le strade sono nostre e non degli sgherri che propagandano la guerra tra poveri per i profitti di chi ha interesse a dividere gli sfruttati. Per dire che i covi fascisti vanno chiusi perchè un pericolo per tutti. La nostra risposta è nelle strade, l’antifascismo non si delega e non si strumentalizza.
La gravità dell’aggressione del 12 gennaio, dove un compagno è stato accoltellato durante un’aggressione di trenta fascisti di Casapound, non è una sorpresa e neanche un fatto isolato, ma un’inevitabile conseguenza data dall’aver permesso che i fascisti venissero ‘normalizzati’ nel ‘gioco democratico’, sdoganati sui media nazionali, aprissero sedi, organizzassero convegni e occupassero spazi pubblici.
A tutto ciò bisogna opporsi. Per questo è importante esserci a Genova, per portare solidarietà, perchè la lotta contro il fascismo è la stessa che a Modena, perchè se toccano uno toccano tutti! Non un passo indietro! Ci ritroviamo nelle strade”.