Ieri a Genova è stata commemorata la ricorrenza del 45° anniversario dell’uccisione del Brigadiere dei carabinieri Ruggero Volpi.
In prossimità della rampa autostradale che porta al casello di Genova Est, il comandante interregionale, generale di corpo d’armata Gino Micale, e quello della Legione Carabinieri Liguria, generale di divisione Maurizio Ferla, alla presenza del prefetto di Genova Renato Franceschelli e delle autorità civili e militari, hanno deposto una corona d’alloro alla lapide che ricorda il sacrificio del sottufficiale.
Il 12 ottobre 1977, il Brigadiere Volpi capeggiava la traduzione di un pericoloso detenuto, Cesare Chiti, dal carcere di Genova a quello di Trani, quando l’auto, all’imbocco della rampa in prossimità del casello autostradale di Genova Est, fu tamponata da un’altra vettura e affiancata da due mezzi per permettere l’evasione del pregiudicato.
Nel conflitto a fuoco che ne scaturì rimasero feriti un carabiniere e l’autista civile, oltre a Volpi.
Nella circostanza, il sottufficiale ebbe la prontezza di preoccuparsi dei feriti prima di essere soccorso e trasportato in ospedale, dove, in seguito alle ferite riportate, morì il 27 ottobre successivo.
L’eroismo dell’estremo sacrificio del Brigadiere Volpi è sintetizzato nella motivazione con cui gli è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Civile.
“Capo scorta di un automezzo adibito a trasporto di detenuti, veniva proditoriamente aggredito ed attinto da numerosi colpi di arma da fuoco, unitamente ad altro militare ed all’autista civile, da parte di alcuni malviventi intenzionati a far fuggire il malfattore ivi trasportato. Sebbene mortalmente ferito raccoglieva le sue ultime energie preoccupandosi di far soccorrere gli altri feriti e di fornire utili notizie per l’identificazione degli aggressori. Nobile esempio di grande altruismo e totale dedizione al dovere spinti fino all’estremo sacrificio.” Genova, 12 ottobre 1977.