Nei guai un libico, due algerini e una donna francese. L’operazione della Polizia in via Sampierdarena alle ore 03:50 di sabato 7 settembre
La Polizia di Stato di Genova ha arrestato un 25enne libico e due algerini di 25 e 18 anni per il reato di rapina in concorso. Nella stessa operazione, una cittadina francese di 29 anni è stata fermata per il reato di ricettazione.
Durante un controllo di routine in via Sampierdarena, gli agenti dell’U.P.G.S.P. hanno notato il 18enne seduto davanti a un palazzo che ha cercato di nascondersi al passaggio dell’auto di servizio. Insospettiti, gli agenti hanno fermato il veicolo e proceduto al controllo. Poco dopo, un 25enne algerino con uno zaino e tre trolley si è avvicinato, presentandosi come amico del giovane. Anche altri due si sono presentati come amici, ma tutti erano sprovvisti di documenti nonostante si dichiarassero turisti. Nei bagagli sono stati trovati indumenti nuovi con cartellini attaccati, ma senza alcuna prova d’acquisto. Per questo, sono stati denunciati per ricettazione.
Portati in questura per il fotosegnalamento, la perquisizione della 29enne ha portato al rinvenimento di un Rolex Daytona in oro rosa del valore di 35.000 euro. Dopo le indagini, si è scoperto che l’orologio era stato rubato in una violenta rapina a Forte dei Marmi poche ore prima. La vittima ha riconosciuto gli aggressori e confermato che il Rolex era il suo, grazie al numero seriale.
Grazie alla collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Viareggio e alle immagini di videosorveglianza, è stata individuata un’auto bianca con targa francese, trovata poi parcheggiata in via Sampierdarena. All’interno del veicolo sono stati rinvenuti abiti identici a quelli indossati dai sospettati durante la rapina. Nel bagaglio del 25enne libico è stata trovata una carta d’identità francese contraffatta, per cui è stato anche denunciato per possesso di documenti falsi.
I tre uomini sono stati portati al carcere di Marassi, mentre la donna è stata trasferita al carcere di Pontedecimo.
Resta salva la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva.