Processo sulle presunte irregolarità nei lavori alla rete gas nel territorio di Genova, effettuati tra il 2010 e il 2012.
Oggi in Tribunale si sono registrate quattordici condanne, comprese tra 3 anni e sei mesi e 1 anno e sei mesi di reclusione. I giudici hanno anche assolto quattro imputati per non avere commesso il fatto.
Tecnici e funzionari di Genova Reti Gas e imprenditori delle ditte che avevano ottenuto appalti per lavori di manutenzione e potenziamento degli impianti di fornitura del gas, erano accusati a vario titolo per reati che spaziano dalla corruzione alla frode in pubbliche forniture.
Secondo quanto ricostruito dall’indagine della procura genovese, i lavori venivano eseguiti “in modo difforme dalle norme contrattuali” anche “non rispettando le prescrizioni sui materiali da utilizzare”.
Per esempio, spesso dopo la posa dei tubi sotto la sede stradale veniva utilizzata una quantità di asfalto inferiore al previsto per la copertura e le buche riempite con il materiale di risulta degli scavi oppure con materiale riciclato.
Le indagini avevano permesso di scoprire che alcuni funzionari della controllata di Iren, che doveva poi effettuare i controlli a campione sui lavori, avrebbero ricevuto “compensi di vario genere” come “buoni benzina” da esponenti delle ditte che avevano ottenuto gli appalti.
Il pm, durante le udienze, aveva illustrato la situazione di molti cantieri in città, con decine e decine di buche e asfalto instabile causato, probabilmente, da lavori eseguiti con asfalto scadente o quantomeno con materiale non idoneo, come è stato accertato ascoltando anche le intercettazioni tra alcuni imputati.
Il pm ha inoltre sottolineato come i vertici di Reti Gas avrebbero dovuto “almeno effettuare un controllo più incisivo sugli scavi e sui materiali utilizzati”.