Nel giorno della Festa del papà si inaugura un piccolo spazio nel centro storico, per accogliere temporaneamente un papà separato nel momento di difficoltà economica legata all’abbandono della casa familiare.
Si chiama Casa dei papà, si trova in vico Cannoni 4 nel quartiere della Maddalena, ed è un bene confiscato alla criminalità organizzata, ristrutturato e reso vivibile grazie all’associazione Papà Separati Liguria A.P.S., che tutela il diritto dei figli di potersi relazionare con entrambi i genitori dopo la separazione.
La Casa del papà di vico Cannoni, primo spazio genovese inaugurato oggi con la partecipazione degli assessori Lorenza Rosso (Famiglia e relativi diritti), Paola Bordilli (Centro storico), Giorgio Viale (Sicurezza e Pari opportunità), Stefano Garassino (Patrimonio), va ad aggiungersi alla Casa di Strevi (Al) e a quella di Imperia.
«Siamo felici di essere qui a festeggiare questo inizio: una casa recuperata dai beni confiscati alla mafia, attraverso un bando del Comune di Genova è stata acquisita dall’associazione Papà Separati, che ha fatto un grandissimo lavoro – ha spiegato l’assessore Rosso – Soprattutto è la prima casa per i padri separati ad essere inaugurata in città, e come amministrazione siamo felici di aver messo il primo tassello».
«Un lavoro che pone Genova come città sempre in prima linea e che è importante per il centro storico, dove ci sono molti locali affidati al Comune con un passato negativo legato alle mafie, che oggi vengono riscoperti anche grazie a questi progetti: ciò dimostra come il lavoro dell’amministrazione in centro storico abbia sempre bisogno di una forte sinergia con il privato». Ha commentato l’assessore Bordilli.
«Un’iniziativa splendida perché può effettivamente regalare un momento di sollievo a chi è in difficoltà – ha affermato l’assessore Viale – Credo sia molto importante che nella nostra città non ci siano persone costrette a vivere in macchina o sul posto di lavoro».
«In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro e ora siamo a oltre 70 beni confiscati e riassegnati ad associazioni o ad attività commerciali sane – ha concluso l’assessore Garassino – Dal punto simbolico è un segnale forte della presenza delle istituzioni, da quello pratico, come in questo caso, è un grande valore sociale, che riusciamo a mettere in campo grazie al lavoro delle associazioni».