I giudici del lavoro del Tribunale di Genova stamane hanno respinto il primo ricorso di un operatore sanitario sospeso dal servizio e dalla retribuzione il 21 luglio e fino al 31 dicembre perché ha rifiutato di vaccinarsi.
Il caso riguarda una donna (tecnico-sanitaria di laboratorio) impiegata in un ospedale genovese.
Per i giudici, l’obbligo è “collegato a un più ampio pericolo di diffusione del contagio nell’ambiente sanitario, trattandosi dunque di una norma di prevenzione di un rischio ambientale, indipendentemente dal numero e dall’intensità dei contatti interpersonali”.
Lo scorso luglio analoga decisione era arrivata dal Tribunale di Modena per una dipendente di una Rsa.
Sono una decina i ricorsi presentati dai lavoratori finora a Genova.
“Questi primi due casi – ha spiegato il presidente del Tribunale insieme al presidente della sezione Lavoro – non sono precedenti rappresentativi perché ogni caso è a se stante”.
Per i giudici, ancora, l’ospedale non è stato inerte nella riorganizzazione per un’occupazione alternativa della dipendente. L’ente ha infatti cercato soluzioni per la ricorrente trovando però la disponibilità solo “di posizioni ritenute professionalmente troppo distanti dalla sua specializzazione di tecnico di laboratorio”.
Per un secondo caso invece il ricorso di un’altra donna, un’infermiera sospesa dall’albo, è stato dichiarato improcedibile in quanto sarebbe competente il Tar della Liguria.
Le prime decisioni hanno riguardato le professioni sanitarie, ma dopo il 15 ottobre potrebbero arrivare i ricorsi di altre categorie di lavoratori.