“Non siamo untori, vogliamo lavorare”. Prima il tam tam sui social network, poi in piazza a Genova per protestare contro le restrizioni imposte dal Governo a causa dell’emergenza coronavirus.
Oltre un centinaio di ristoratori genovesi, molti della Valle Scrivia, che condividono le stesse problematiche , stamane hanno partecipato a un presidio sotto la Prefettura per poi spostarsi a De Ferrari.
Si tratta dei #ristoratoriuniti che hanno dato vita a una manifestazione per far sentire la loro voce.
“Noi vogliamo lavorare, e sappiamo di poterlo fare in sicurezza – ha riferito Marco Guandalini, dell’Antica trattoria Semino, di Busalla, uno degli organizzatori – perché tanti nostri colleghi sono sul baratro, non ce la fanno più, non riescono a pagare nemmeno le bollette di casa”.
l rappresentanti dei ristoratori genovesi hanno consegnato una lettera al Prefetto per chiedere al Governo misure che possano aiutare tutta la filiera della ristorazione.
A questo si aggiungono anche richieste concrete, come quelle di una maggiore chiarezza nei provvedimenti.
“La scorsa settimana – ha riferito Martina Vallarino, dell’Osteria della Bastia, una delle animatrici di #ristoratoriuniti – molti di noi, sapendo che sarebbe stata zona gialla, hanno fatto acquisti, chiamato personale, iniziato a lavorare per la preparazione e poi ci hanno chiuso, oltre al danno la beffa, non possiamo continuare così”.
Una situazione di fortissima crisi, che senza soluzioni, potrebbe portare a molte chiusure.
“È una tragedia, siamo chiusi alla sera da fine ottobre – ha riferito Anna Traverso del ristorante Chiara, di Savignone – e se va avanti così chiudiamo. Abbiamo un continuo altalenare di situazioni, non puoi aprire la sera, l’asporto se ne fa sempre troppo poco, non so se riusciremo ad andare avanti”.