E’ drammaticamente salito a 39 il numero delle vittime del crollo del Ponte Morandi in bassa Valpolcevera.
Ma il numero è destinato a salire dal momento che almeno altre 7 persone risultano disperse.
uattro corpi senza vita sono stati recuperati dai soccorritori sotto gli elettroriflettori, mai fermatisi per tutta la notte, alle prime luci dell’alba tragica di oggi, il Ferragosto più triste per Genova e per l’intera Italia da decenni. 16 i feriti ricoverati nei tre ospedali maggiori del capoluogo ligure il San Martino, il Galliera e il Villa Scassi. 11 di questi sono tenuti in rianimazione in codice rosso e rischiano seriamente la vita.
Sono stati più di 300 i Vigili del Fuoco che hanno operato con 92 mezzi stanotte per 12 ore filate sulle macerie del viadotto crollato. Inviate sezioni operative, personale USAR e unità cinofile da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana.
La Protezione Civile ha attivato i numeri di emergenza e una mail per informazioni sui dispersi
– 010 53 60 637
– 010 53 60 654
– crollopontemorandi@interno.it
Predisposto da parte dei Carabinieri un servizio antisciaccallaggio nell’area attorno all’area dove è crollato il ponte. Questo il tweet dell’Arma dei Carabinieri: #14agosto #Genova, #crollo del #PonteMorandi sull’A10: l’Arma dei #Carabinieri sta partecipando alle operazioni di #soccorso, di concerto con le altre Forze dello Stato, con Reparti territoriali e mobili. In atto anche servizi di vigilanza #antisciacallaggio #PossiamoAiutarvi.
Ora che si spera che il bilancio di morte e sofferenza fisica sia concluso, si aprono le porte alle dure polemiche e alle scaramucce politiche su quel “maledetto” viadotto di cemento, evidentemente deteriorato dal tempo e dal traffico esponenzialmente aumentato in 50 anni di esercizio, sia in quantità che in qualità dei mezzi che tutti i giorni, 365 su 365 all’anno per dieci lustri, hanno impegnato e “stressato” il viadotto della morte, arteria che univa l’est e l’ovest della città e della Liguria tutta. Le ipotesi del cedimento sono le più varie – anche se i genovesi da tempo guardavano il Morandi con diffidenza e incertezza – e solo le perizie più approfondite possibile potranno dare risposte a domande inquietanti.
“Davanti ad una tragedia come quella di Genova tutti si devono interrogare. Tutte le autorità competenti e tutte le persone che hanno responsabilità”. Lo ha detto ieri sera il Premier Giuseppe Conte al termine del sopralluogo tra le macerie del Morandi, lodando il lavoro dei soccorritori e sottolineando come un triste vaticinio che il bilancio delle vittime “è purtroppo destinato a lievitare”. Ora, ha concluso poi, “dovremo accertare le cause e occorrerà del tempo. Ma una tragedia del genere è inconcepibile in un Paese moderno”.
Non è mancato il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “È una catastrofe quella che ha colpito Genova e l’Italia intera. Su persone e famiglie inermi si è abbattuta una disgrazia spaventosa e assurda. Il primo pensiero – mio come di tutti gli italiani – va alle vittime, ai feriti, alle sofferenze e alle angosce dei loro familiari. A quanti oggi piangono per i loro cari, desidero esprimere il più sentito cordoglio, la mia vicinanza e, insieme, la solidarietà della Repubblica.
Un caloroso ringraziamento rivolgo a coloro che – sulle strade, tra le macerie, negli ospedali – si sono immediatamente prodigati e tuttora continuano a lavorare in condizioni di difficoltà, per salvare vite e per recuperare i corpi di chi è stato travolto. Questo è il momento dell’impegno comune, per affrontare l’emergenza, per assistere i feriti, per sostenere chi è colpito dal dolore, cui deve seguire un esame serio e severo sulle cause di quanto è accaduto. Nessuna autorità potrà sottrarsi a un esercizio di piena responsabilità: lo esigono le famiglie delle tante vittime, lo esigono le comunità colpite da un evento che lascerà il segno, lo esige la coscienza della nostra società nazionale. Gli italiani hanno diritto a infrastrutture moderne ed efficienti che accompagnino con sicurezza la vita di tutti i giorni. I controlli, la cultura della prevenzione e l’intelligente ammodernamento del sistema delle comunicazioni, devono essere sempre al centro dell’azione delle istituzioni pubbliche e dei concessionari privati, a tutti i livelli”.
Oggi sono attesi a Genova il Vicepremier Matteo Salvini, anche nella sua veste di Ministro dell’Interno che stamane era in visita a San Luca in Calabria dove ha detto “la catastrofe di Genova non deve ripetersi qui in Calabria dove ci sono molti ponti e viadotti similari che verranno attentamente monitorati”, mentre sono già in sopralluogo presso il luogo della tragedia il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli insieme all’altro Vicepremier Luigi Di Maio, responsabile del Dicastero del Lavoro. Salvini ieri sera è stato il più duro nel commentare la tragedia genovese: “L’inchiesta sarà approfondita e rapida e i responsabili dovranno pagare caro”.
Anche il cardinale e Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha portato il suo messaggio di vicinanza e sostegno alla città colpita dal grave lutto. “Il crollo del ponte ha squarciato il cuore di Genova. Sono sicuro che grazie alla solidarietà della gente, Genova darà il meglio di sè. La città non deve piegarsi” – ha detto l’alto prelato, già Presidente della Cei.
Sul punto degli sfollati soprattutto dagli edifici di Via Fillak, sono state in totale 630 le persone costrette a lasciare la propria abitazione a seguito del crollo. Il numero potrebbe aumentare poiché sono ancora in corso le valutazioni sugli sgomberi. La Protezione Civile del Comune di Genova ha provveduto finora a far evacuare 11 palazzi e la situazione è sotto monitoraggio costante. Una parte di cittadini evacuati ha trovato sistemazione in maniera autonoma mentre sono 40 le persone ospitate presso il Centro civico Buranello, struttura messa a disposizione dal Comune di Genova. Al Centro civico sono ospitate anche 10 persone soccorse in autostrada dopo il tragico crollo di ieri mattina.
Prosegue intanto la triste processione dei familiari chiamati a identificare i corpi delle vittime del crollo Morandi che sono stati composti nella camera appositamente istituita dal Policlinico San Martino. Secondo le prime informazioni oltre ai 29 corpi già composti nella camere mortuaria, sono arrivate tra la notte e la mattinata altre 10 vittime. Ad ora sono 35 le vittime identificate.
Marcello Di Meglio