E’ arrivata intorno alle 16 di ieri alla Spezia e proseguiranno fino a domani le operazioni di sbarco dei migranti a bordo della nave Geo Barents della ong Medici Senza Frontiere.
Dopo l’attracco al molo Garibaldi le prime visite da parte della sanità marittima ai 336 migranti, tra cui 80 minori, la metà dei quali non accompagnati.
A scendere per primi i bambini e le persone con fragilità o necessità di assistenza sanitaria.
Una volta passata la visita sanitaria, i migranti, se non scapperanno come successo altre volte, dovrebbero ripartire per essere ospitati fuori dalla Liguria.
“Penso che questo sia il minimo della solidarietà possibile – ha affermato il governatore ligure Giovanni Toti presente in banchina per seguire le operazioni di accoglienza – per dare una mano allo sforzo nazionale, e tutte le volte che ci è stato chiesto, anche se la decisione di dove sbarcare non spetta a Regioni e Comuni, abbiamo risposto positivamente: utilizzare tutti i porti della Penisola per dare respiro ai territori e agli scali più coinvolti nel fenomeno della migrazione è sensato e solidale.
Ogni ente ha il suo ruolo. La Prefettura si occupa di smistare le persone in arrivo, la nostra Protezione civile e la nostra sanità stanno lavorando per far fronte alle prime esigenze ed eventuali richieste di assistenza sanitaria, facendo tesoro dell’esperienza dell’ultimo sbarco alla Spezia.
Come punto d’appoggio provvisorio in queste ore, per chi non sarà ospitato subito in altre località, c’è a disposizione l’area Expo. La maggior parte delle persone sarà indirizzata nelle regioni limitrofe, ma se ci fosse bisogno di un nostro contributo per minori non accompagnati o esigenze particolari la Liguria ci sarà, dato che, con l’eccezione di Ventimiglia che però segue dinamiche diverse, come Regione Liguria non siamo particolarmente ‘oberati’.
Oltre alla Spezia anche altri scali, come Genova e Savona, sono attrezzati per l’accoglienza, ma al momento non c’è arrivata alcuna richiesta in questo senso”.
“Abbiamo allestito la zona Expo con 100 brandine – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – che sono a disposizione per quel periodo che va dalla fine di tutte le operazioni, sia sanitarie che di identificazione, e il punto di destinazione. Lo utilizziamo come hub di disponibilità quindi servirà soltanto per le persone che sono ancora in attesa di un’assegnazione. Il sistema di Protezione Civile con la Croce Rossa, coordinati dalla Prefettura e con tutta la parte sanitaria insieme alle Forze dell’Ordine, ha ormai avviato un modello di accoglienza sul porto di La Spezia che eventualmente potrebbe essere replicato anche in altri porti. Modello che quindi si sta rivelando, anche per organizzazione, uno dei migliori d’Italia per questo tipo di emergenza”.
“Dal punto di vista sanitario – ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola- abbiamo trovato circa una ventina di persone con qualche caso legato alla disidratazione o malattia infettiva. Poi ci sono alcune donne in stato di gravidanza che saranno controllate nelle strutture ospedaliere. Il sistema sanitario è estremamente capace ed efficiente nonostante sia soltanto la seconda volta che il porto di Spezia è stato considerato porto sicuro per lo sbarco dei migranti. Questo significa che il tessuto sanitario, insieme alle altre forze coinvolte, è molto solido e ha dimostrato le sue capacità anche fuori dalle strutture ospedaliere”.