Secondo i giudici del Tribunale del Riesame di Genova sussiste il pericolo di reiterazione del reato
I giudici del Tribunale del Riesame di Genova stamane hanno respinto il ricorso presentato dal governatore ligure Giovanni Toti, per il tramite del legale difensore Stefano Savi, contro la decisione della gip Paola Faggioni di non concedere la revoca degli arresti domiciliari o, in subordine, l’attenuazione della misura cautelari come ad esempio la revoca dei domiciliari mantenendo il divieto di dimora a Genova o l’obbligo di firma.
Anche i pm della Procura di Genova avevano espresso parere negativo e i giudici del Riesame hanno seguito questa indicazione.
Toti resta dunque agli arresti domiciliari nella casa di famiglia ad Amegli, dove è rinchiuso da martedì 7 maggio perché accusato di corruzione elettorale.
Ricordiamo che nella maxi inchiesta della Procura di Genova non risultano mazzette, bustarelle o valigette piene di soldi, ma finanziamenti all’uomo-partito per l’attività politica tracciati in modo trasparente. In sostanza, i pm hanno contestato il reato seguendo il principio di “corrispettività”. Ossia a fronte dei finanziamenti ricevuti, il governatore ligure si sarebbe attivato per gli interessi del finanziatore.
Nel caso specifico che ha portato Toti ai domiciliari si tratta di 74mila euro ricevuti dall’imprenditore portuale Aldo Spinelli (anche lui ai domiciliari) e spesi per attività politica.
Inoltre, durante l’interrogatorio con i pm, Toti ha dichiarato che, oltre ad avere dimostrato che tutti i soldi ricevuti e tutte le spese sono state tracciate secondo la legge, la sua attività politica è sempre stata fatta nell’interesse pubblico e del territorio.
In ogni caso, i giudici del Riesame hanno formulato la decisione a 48 ore di distanza dall’udienza dell’otto luglio al termine della quale si erano riservati un paio di giorni prima di emettere il verdetto.
Secondo quanto riferito, all’interno delle 33 pagine dell’ordinanza che contengono la decisione emessa stamane verrebbero meno le cautele nei confronti delle garanzie di indagine, ma restano “le tutele in ordine al rischio di reiterazione del reato” che hanno motivato la bocciatura della richiesta di revoca dei domiciliari.
L’avvocato Stefano Savi, nei giorni scorsi, aveva già annunciato che in caso di ulteriore diniego da parte dei giudici del Tribunale del Riesame sarebbe stato presentato ricorso alla Corte di Cassazione.