“La misura ormai è colma, i tempi tecnici necessari sono stati ampiamente superati, le complesse indagini, anche con il prolungamento dell’emergenza Covid-19, dovrebbero essere terminate. Sarebbe interessante capire cosa possa essere ancora ignoto, o forse è tutto troppo chiaro ed alcuni periti cercano di fare melina?”.
Lo riferito oggi all’agenzia Ansa Egle Possetti, presidente del comitato dei famigliari delle vittime crollo Ponte Morandi, affermando di “avere perso la pazienza” dopo la notizia dello slittamento di un mese della consegna della perizia sul crollo della pila 9 del viadotto autostradale che conseguentemente rinvia la data dell’incidente probatorio.
La perizia doveva essere consegnata il 30 ottobre, ma i periti del giudice si sono presi altro tempo.
“Per noi – ha aggiunto Possetti – sono tecnicamente chiari i motivi del crollo del ponte e quindi siamo stufi di sentire messaggi che travisano la realtà gettando fanghiglia sul terreno, adducendo come motivazioni del crollo cariche esplosive, bobine, meteoriti, Ufo e così via.
Siamo molto perplessi che possano ancora esserci incertezze fra alcuni dei professionisti in campo. Cosa devono ancora vedere alcuni tecnici dei trefoli del reperto 132 (lo strallo della pila 9 con i suoi 3248 fili di acciaio)?
Non vorremmo che nelle panzane in preparazione magari emergesse anche un ‘suicidio di massa di 43 persone’.
Auguriamo ancora buon lavoro a tutti, ma i nostri morti hanno bisogno di celere verità.
Il potere, di norma come avvenuto in altre stragi, cerca di ritardare, sviare, oscurare, coprire, fuggire, ma la verità è solare ed ancora una volta tenteremo con tutta la forza di farla emergere”.