Home Politica Politica Genova

Governo dei liguri non lo decidono magistrati e sinistra. Toti: no dimissioni

Governatore ligure Giovanni Toti (foto d'archivio)

“Siamo determinati a proseguire la nostra azione. Toti è lucido e determinato. Ci ha incoraggiato a continuare l’azione politica”.

Lo ha dichiarato ieri il presidente ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana (Lega) al termine dell’incontro ad Ameglia con il governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da martedì 7 maggio per corruzione elettorale.

“Avanti con la legislatura e niente dimissioni” ha riferito Toti a Piana e agli assessori regionali Marco Scajola e Giacomo Giampedrone presenti all’incontro.

Il governatore ligure, quindi, tiene duro e non si fa intimidire da certa magistratura e dalle minoranze di sinistra, come ha spiegato il legale difensore Stefano Savi: “Al netto degli specifici fatti oggetto di contestazione da parte della Procura di Genova, di cui ovviamente non si è fatta alcuna diretta menzione, Toti ha dettato la linea dell’avanti tutta. Infatti, ha ribadito la assoluta necessità politica di rivendicare, da parte degli assessori, dei consiglieri, e di tutti i partiti di maggioranza, gli straordinari risultati di progresso economico e sociale frutto delle politiche attuate in questi nove anni, senza alcuna timidezza né incertezza, portando avanti, anche a livello di comunicazione e promozione del territorio, le scelte fatte dalla presidenza già programmate.

Questo anche in forza di numeri, quelli della manovra finanziaria per la quale in questi giorni comincia l’iter di approvazione in consiglio regionale, che certificano un ulteriore aumento del pil e della occupazione.

Di pari passo, si evidenzia inoltre l’attenta gestione dei conti pubblici, che fa di Regione Liguria un ente solido e virtuoso in grado di sostenere tutti gli impegni che ha davanti”.

La parola d’ordine è “prosecuzione degli impegni presi con gli elettori” per “la conclusione di questo programma di ambizioso cambiamento”. Ecco perché “non è l’ora dei passi indietro”.

Queste condizioni “sono alla base della decisione di non interrompere, al momento, il percorso della legislatura”. Decisione “ampiamente condivisa” dai presenti al vertice di Ameglia.

Piana, Scajola e Giampedrone “hanno assicurato a Toti la capacità e la determinazione della giunta ad andare avanti. Bisogna serrare i ranghi in attesa che la politica, terminata questa fase, con il ritorno alla agibilità politica del presidente eletto dai liguri, possa prendere liberamente tutte le determinazioni sul futuro dell’ente regionale. Occorre ovviamente un forte impegno della giunta, dei gruppi consigliari e delle forze politiche nel portare avanti tutti i progetti in corso”.

In tal senso, Savi ha sottolineato che “occorre ribadire il totale e assoluto primato della politica nell’indicazione delle priorità strategiche e anche delle quotidiane scelte dell’Ente evitando l’idea di qualsiasi supplenza da parte della pubblica amministrazione e un conseguente commissariamento dei rappresentanti eletti, dei loro staff politici, della catena di comando scelta dai cittadini.

Toti si è detto fiducioso che il percorso giudiziario farà chiarezza degli eventi oggetto dell’inchiesta e soprattutto che il prossimo giudizio del Riesame terrà conto del necessario equilibrio tra le ragioni di una inchiesta e quella del governo, soprattutto in una fase così delicata della vita politica del paese”.

La decisione di non rassegnare le dimissioni e consentire il proseguo della legislatura, non deve essere interpretata come conflitto tra le esigenze di inchiesta e politica, ma come rispetto di quest’ultima, che siamo certi, sta a cuore anche alla magistratura. In assenza di concrete esigenze cautelari infatti sarà comune interesse restituire alla politica lo spazio indispensabile ad aprire un dibattito sul futuro, con pari dignità istituzionale rispetto alle necessità di giustizia”.