A volte è una questione di feeling, a volte è una questione di tempi. Non so se ci sia feeling tra Mario Draghi e Matteo Salvini. Ma sui tempi Salvini mi è parso in ritardo, anche se può recuperare.
Non toccava palla da un bel po‘ e avrebbe potuto partire all‘attacco e segnare se si fosse mosso subito dopo l‘incarico a Draghi.
E invece che fa? Aspetta che gli altri si riprendano dallo stordimento iniziale e reagiscano, dicendo che Draghi è la soluzione dopo averne sostanzialmente detto peste e corna fino al giorno prima. O Conte o morte. Mentre ora si fanno il Conte ter con la forza di Draghi.
E in più spezzando il centrodestra.
Perché FI e piccoli partitini, che gravitano nella stessa orbita, vanno a far parte della nuova maggioranza lasciando nell‘angolo dei brutti e cattivi Meloni e Salvini.
La maggioranza Ursula si ricompatta nel vecchio “arco costituzionale” e ora si chiede persino di tenere fuori Salvini.
Con “l’elevato” che ora chiede gattopardescamente il governo Draghi convinto di manipolarlo come Conte. Ma qui si sbaglia e Salvini può rifarsi e rientrare in partita. Paolo Becchi