ROMA Rousseau ha detto si. Possibile già domani pomeriggio il giuramento del nuovo esecutivo targato Conte bis. Di Maio: “Un plebiscito. Legislatura durerà 5 anni. Con Beppe Grillo differenza di vedute sui 20 punti”. Esulta Casaleggio: “Esempio internazionale di cittadinanza digitale”. Zingaretti: “Ora cambiamo l’Italia”. Salvini: “Ci riprenderemo il Paese”. Ultime riunioni sulla trattativa. Orlando: “Grazie, ma non entro nel governo”
Si dunque al Governo giallo-rosso presieduto da Giuseppe Conte. È questo il responso del voto sulla piattaforma Rousseau, dove 79.634 dei 117.194 mila iscritti hanno votato ieri dalle 9 alle 18 per decidere se dare il via libera o meno all’accordo con il Pd per la nascita di un nuovo Governo Conte bis a maggioranza ribaltata rispetto al precedente esecutivo giallo-verde.
La base telematica del M5s ha dunque dato l’ok all’intesa con il 79,3% dei si. I no sono stati il 20,7%. Il Premier incaricato è stamane a Palazzo Chigi per un vertice di maggioranza. Non è un mistero che si sta lavorando alla nuova compagine dei Dicasteri e dei Ministri loro assegnati.
Conte ora è atteso in giornata al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sciogliere la riserva e proporre al Capo dello Stato la lista dei nuovi (e non esclusi confermati) Ministri. Ed è possibile che già domani pomeriggio si terrà il giuramento del nuovo esecutivo.
Con un po’ di attesa in piu’ rispetto al previsto, il risultato della consultazione su Rousseau è stato pubblicato sul Blog delle Stelle intorno alle 19:30 di ieri sera, con tanto di certificazione del notaio. Subito dopo Luigi Di Maio ha tenuto una conferenza stampa in cui ha giudicato positivamente l’esito del voto: “È stato un plebiscito. I nostri punti sono entrati tutti nel programma di governo”, ha detto sottolineando qualche motivo di attrito con Beppe Grillo: “Con Beppe abbiamo avuto una differenza di vedute sui 20 punti, perché pensava fossero troppo pochi. Ci vogliamo bene, continuiamo a volerci bene, lavoriamo insieme e lo ringrazio”. Poi ha aggiunto: “Guardiamo a legislatura che duri 5 anni, il nostro non sarà un governo di destra o di sinistra ma delle cose giuste”.
E ancora il Capo politico dei pentastellati ha chiarito che “non essere vicepremier non è un passo indietro, ma un motivo di orgoglio”. Mentre sulla possibilità che entri nella squadra come Ministro ha risposto: “Le persone sono importanti perché uno non vale l’altro, mi auguro che l’esperienza dei Cinquestelle in Parlamento e nei consigli regionali possa essere una risorsa nel futuro governo”.
E ha chiarito che “non essere vicepremier non è un passo indietro, ma un motivo di orgoglio”. Mentre sulla possibilità che entri nella squadra come ministro ha risposto: “Le persone sono importanti perché uno non vale l’altro, mi auguro che l’esperienza dei Cinquestelle in Parlamento e nei consigli regionali possa essere una risorsa nel futuro governo”. Infine una sottolineatura sulle prossime amministrative: “Il nostro statuto, le nostre strutture non sono attrezzate per alleanze con altri partiti sui territori, ma solo con liste civiche”.
Anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha commentato con soddisfazione l’esito della consultazione: “Ora andiamo a cambiare l’Italia” – ha scritto il Segretario Pd su Facebook.
Amaro il commento del leader della Lega Matteo Salvini in diretta Facebook: “In questo momento Renzi, Grillo, Di Maio e Boschi saranno al telefono per spartirsi ministeri sottosegretari e io sono orgoglioso che la Lega sia fuori da questo mercato delle vacche disgustoso. Questo governo durerà poco, ci riprenderemo il Paese”.
I grillini militanti dovevano rispondere a un quesito piuttosto chiaro: “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.
In passato il massimo dei votanti si era raggiunto nella consultazione sul caso Diciotti, che coinvolgeva l’alleato di governo Matteo Salvini: era il 18 febbraio 2019 e votarono in 52.417. Mentre votarono “solo” in 44.769 per l’alleanza fra M5s e Lega, il 18 maggio 2018. Subito dopo la chiusura delle urne telematiche, il Blog delle Stelle – dove sono stati pubblicati i risultati – è stato per quasi un’ora inaccessibile.
La giornata: le difficoltà nel voto
La piattaforma è subito risultata sovraccarica: molti utenti hanno scritto sui social di non riuscire a votare e anche Repubblica nei suoi test non è riuscita. Ma altri utenti hanno testimoniato di aver votato.
Polemiche invece sulla collocazione delle due risposte. In un primo momento il no era stato sistemato, al contrario di altre votazioni, prima del sì. Ma ieri pomeriggio, dopo la segnalazione di Repubblica, alla Casaleggio associati erano corsi ai ripari e avevano invertito l’ordine delle due possibili risposte. Come in altre occasioni sono state sollevate da più parti dubbi sulla sicurezza e sulla trasparenza del voto online dei militanti grillini. E questa volta si è aggiunta la polemica sulla valenza politica e istituzionale del voto.
La prova su Rousseau: problemi di accesso, poi il voto
Più di un costituzionalista ha infatti sollevato il problema della limitazione che porrebbe ai poteri del Presidente della Repubblica un voto online di dubbia attendibilità e gestita da una società privata. Il blog delle Stelle ha cercato di smentire questa circostanza e ha spiegato che a gestire la piattaforma è l’Associazione Rousseau, che riceve il versamento obbligatorio di 300 Euro mensili dai parlamentari, diretta da massimo Bugani, Enrica Sabatini, Pietro Dettori e Davide Casaleggio. Nello stesso sito si spiega anche la piattaforma è sicura e che la multa ricevuta dal garante della Privacy era relativa ad una vecchia versione. Oggi, si dice, tutto è stato aggiornato e i dubbi sulla affidabilità della piattaforma sono stati tutti sciolti. Dopo i risultati, l’Associazione ha garantito che “lo svolgimento del voto è stato regolare” e che oggi non c’è stato “nessun attacco hacker”.
Il programma di governo
Nel complesso gioco interno al Movimento c’è da registrare una novità nelle posizioni di Luigi Di Maio. Il capo politico del M5s ha detto di buon mattino: “Buongiorno, posso dirvi già da ora che tutti i 20 punti che il MoVimento 5 Stelle ha presentato al Presidente Conte sono affrontati nel Programma di Governo. Dal blocco dell’aumento dell’Iva al salario minimo, dal taglio del cuneo fiscale agli aiuti a famiglie e disabili, dallo stop agli inceneritori alle trivelle, dalla riforma della giustizia alla legge sul conflitto di interessi, fino alle concessioni autostradali. Buon voto a tutti su Rousseau”. Una dichiarazione che sembra proprio un passo avanti rispetto all’equidistanza dimostrata ieri fra il sì e il no.
Le ultime fasi della trattativa
Nel frattempo le trattative e gli incontri proseguono. Dario Franceschini e Andrea Orlando, gli uomini del Pd che discutono dell’assetto del futuro governo, sarebbero arrivati a mezzogiorno a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma la notizia è stata smentita e l’incontro non ci sarebbe stato. Una mezz’oretta dopo nella sede del governo è arrivato Di Maio. “Ho votato, ma non dico come. Il voto è segreto”, annuncia il leader del M5s. Nel pomeriggio Conte ha incontrato nuovamente i capogruppo di Pd e M5s a Palazzo Chigi.
Orlando si è tirato fuori dalla squadra di governo. “Il segretario mi ha proposto di fare parte del nuovo esecutivo con una delega di grande rilievo. Ho declinato per due ragioni. La prima è che, come ripeto da settimane, la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine. La seconda, la più importante, è che credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito”.
Viceversa per Paola De Micheli, l’altra vice di Zingaretti, un ruolo nel governo è più che probabile: “Io sono a disposizione. Se posso essere utile, sarò utile. Mi piace molto quello che sto facendo, lavorare con il segretario Zingaretti. Quello che mi verrà chiesto, lo farò”, ha risposto uscendo dal Nazareno. Poi ha aggiunto: “Siamo alle battute finali di una grande e serio progetto per il Paese”. Il capogruppo dem alla Camera Graziano Del Rio aggiunge: “Il lavoro è praticamente finito”.
Marcello Di Meglio