Le due aziende: Serve intervento pubblico per scongiurare aumento
Granarolo e Lactalis lanciano un allarme per la lavorazione del latte, l’inflazione e il caro energia e chiedono un aiuto delle Istituzioni.
In un comunicato congiunto esprimono la loro “forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera”.
Secondo i due gruppi alimentari l’inflazione avrebbe “toccato in maniera importante, con numeri a doppia cifra, quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte.” L’alimentazione animale, aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte che ha reso necessario un aumento quasi del 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori; il packaging con carta e plastica in costante aumento ed ulteriori componenti di produzione per i latticini.
“Oggi, però, la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incremento dei costi energetici che nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane”.
Da quanto viene spiegato dalle due aziende, le stesse hanno assorbito autonomamente l’inflazione “che oscilla tra il 25% e il 30%”. Dalla primavera il prezzo del latte per il consumatore è cresciuto raggiungendo gli 1,75/1,80 euro al litro e potrebbe aumentare ulteriormente entro dicembre 2022.
“È impensabile – spiegano le due aziende – che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo”.