GENOVA. 8 APR. Verrà inaugurata giovedì pomeriggio (alle ore 18) al Centro di Cultura Formazione e Attività Forensi dell’ Ordine degli Avvocati di Genova, in via XII Ottobre, la personale dell’ artista lucchese Grazia Giovannetti.
La mostra, dal titolo “Il geometrico nella dimensione astratta”, curata da Gabriella De Filippis, rappresenta anche una occasione ghiotta, per gli appassionati dell’arte contemporanea, che ancora non le conoscessero, per ammirare numerose e belle opere del periodo maturo di questa artista di origine lucchese, ma trasferitasi dal 1975 a Lavagna, dove attualmente vive e lavora.
“L’ esposizione – spiega la stessa curatrice De Filippis- rappresenta in maniera significativa l’evoluzione del lavoro dell’artista, a partire dagli anni Ottanta fino ad arrivare agli anni 2000. Gli inizi, dopo una formazione più figurativa, vedono Grazia Giovannetti concentrata sul modulo della casa che dopo essere stata sintetizzata all’ estremo, diventa la protagonista della sua prima ricerca. Nella sala superiore saranno esposti questi suoi primi lavori, caratterizzati da un un grande rigore geometrico, da linee pulite e precise. La profondità dell’emozione che ne esprime il carattere, trova conforto e stabilità nelle certezze grafiche dei suoi dipinti che la pongono sicura all’ interno di un modulo ripetibile all’ infinito. Dalla fase della scomposizione, che durerà per tutti gli anni Novanta, si passa ai lavori che risalgono invece agli anni 2000, dove i colori diventano più morbidi e caldi, richiamando la sua terra d’origine: la Toscana. Le emozioni appaiono più sciolte e consapevoli, mentre la rigidità formale e psicologica è ulteriormente aperta rispetto alla scomposizione precedente. Le geometrie sono più libere, i volumi svincolati dalla rigidità della ripetizione cellula-casa. Quest’ultima infatti, è ora del tutto scomparsa, in una dimensione spaziale che diventa definitivamente astratta”.
Nata nel 1932, a Lucca, città d’arte, dove vive per lunghi anni con il nonno Enrico Giovannetti, decoratore, pittore e restauratore. Nel 1969 si trasferisce in Liguria dove cresce come pittrice davanti al mare ondoso, portandosi dietro l’immagine delle dolci colline toscane. L’ arte della Giovannetti è attualissima: da Burri fino ad Emblema del resto l’ uso della tela grezza ha sempre contraddistinto quegli artisti maggiormente impegnati in una perenne ricerca della rivelatrice forza dell’ essenzialità. Catalogata spesso come astrattista geometrica, e successivamente considerata invece Optical, o Concettuale, la Giovannetti è approdata invece, nel suo ultra quarantennale percorso, ad una decostruzione raffinata che la colloca fra le più grandi artiste liguri della seconda metà del Novecento e che ha saputo continuare ancora dal Duemila ad oggi a creare pezzi di grande valore espressivo. E ci meravigliamo come Venezia, con le sue visionarie ed impeccabili Biennali, sia d’ Arte, sia di Architettura, non l’abbia mai considerata, dagli anni Settanta ad oggi, come una possibile valida ospite di uno dei suoi storici Padiglioni.
“La sua arte- ha scritto Gino Maggio- risponde anche al bisogno di ridefinire le coordinate spaziali ed esistenziali della propria posizione nel mondo, per ricollocarsi entro una dimensione che si avverta infine come autenticamente propria”.
La mostra che è stata realizzata in collaborazione con Cella art & communication, resterà aperta fino al 30 aprile 2019, con il seguente orario: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 18.
CLAUDIO ALMANZI