Un green pass modello francese in Italia? Vicepresidente Garante: Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini
In questi giorni l’Italia si sta spaccando sul fatto di adottare o meno un Green pass “modello francese” che prevede pesanti restrizioni a chi non è vaccinato.
Anche a livello istituzionale nazionale e regionale, i nostri politici stanno discutendo animatamente a tale proposito ed alcuni si sono detti pronti ad attuare tali restrizioni.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è favorevole
Tra i favorevoli in Italia all’iniziativa francese c’è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. “Fare subito come ha fatto la Francia – ha detto nei giorni scorsi il sottosegretario – applicando il Green pass e niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi. Anche questo sarebbe un incentivo a vaccinarsi”… “Quella della Francia – ha poi aggiunto – è sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, io a Speranza l’ho detto tante volte”. Poi ha aggiunto “Pensiamo alle discoteche, se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi”.
L’altolà del Garante della Privacy
A tale proposito, già lo scorso 9 luglio, si è espresso il Garante Privacy, Autorità indipendente, che aveva già invitato regioni e Province autonome “a soprassedere dall’adottare o dare attuazione a iniziative territoriali che prevedano l’uso dei certificati vaccinali, per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quelle previste dalla legge nazionale.”
Venendo, poi, al cosiddetto “modello francese”, sempre il Garante italiano non è assolutamente allineato al “modello Macron” sul nuovo uso del green pass.
“Il #greenpass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini.”
A scriverlo, su Twitter, Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali e Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Italiano e Comparato nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze.
Il #greenpass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini.
— GinevraCerrinaFeroni (@GCerrinaFeroni) July 14, 2021
Si tratta, però, di una presa di posizione netta. Questo tweet, anche se non è un intervento ufficiale, è sempre di tutto rispetto in quanto effettuato dalla vicepresidente del Garante.
Il Green pass in Francia obbligatorio dal 21 luglio cosa comporta
Il presidente Emmanuel Macron ha deciso di estendere il passaporto sanitario dal 21 luglio per quanto riguarda l’accesso ai luoghi dedicati al tempo libero e alla cultura per tutti i cittadini sopra i 12 anni.
E, a partire da agosto, dopo l’approvazione di una legge ad hoc, il green pass in Francia si applicherà nei bar, ristoranti, centri commerciali, ma anche negli ospedali, case di riposo, istituti medico-sociali e nei trasporti a lunga percorrenza, sia per gli utenti che per i dipendenti.
In Germania la Merkel contraria al modello “francese”
La Merkel si è detta contraria al Green pass voluto da Macron. “Così la vaccinazione diventa obbligatoria, il contrario di quanto abbiamo promesso fino ad ora”, ha detto la Merkel.
Il cancelliere ha poi aggiunto: “Non intendiamo percorrere questa strada proposta dalla Francia, ha poi aggiunto la Merkel. Siamo all’inizio della fase in cui stiamo ancora promuovendo le vaccinazioni, dove abbiamo più vaccini di quante persone vogliono essere vaccinate”. L.B.